I partigiani comunisti Jugoslavi di Tito, nel 1943, erano impegnati nella lotta contro i tedeschi e gli italiani, quando arrivò l’8 settembre e il conseguente sbandamento del Regio esercito. A seguito dell’armistizio iniziarono le epurazione e i vergognosi e tragici assassinii legati alle foibe.
Nelle cavità carsiche, chiamate foibe, vennero gettati ancora vivi, l’uno legato all’altro col fil di ferro, uomini, donne, bambini e vecchi che, in quel periodo di grande confusione bellica, si erano ritrovati in quella che era la loro terra, ma in balìa dei partigiani jugoslavi. Migliaia di persone uccise solo perché erano italiane o costrette ad esiliare. Una vera “pulizia” politica ed etnica in piena regola, mascherata come azione di guerra o vendetta contro i fascisti.
Anche nel senese sono state ricordate le foibe
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