Roma (Lazio) 11 settembre 2017

Fino al 17 settembre a Roma: Labirinti del cuore.

Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma è una mostra congegnata intorno ad un capolavoro di Giorgione, i due amici, un doppio ritratto ormai da tempo considerato da gran parte della critica come uno dei capisaldi del maestro di Castelfranco, ma ancora poco noto rispetto alla sua straordinaria importanza, come punto di svolta epocale nella ritrattistica italiana del primo Cinquecento. Rispetto ai precedenti, non solo veneti, si caratterizza per l’inedita sintesi di elementi che ne fanno l’archetipo di una nuova idea del ritratto, che intende evidenziare lo stato d’animo e l’espressione dei sentimenti d’amore.
Il doppio ritratto di Giorgione è conservato nelle collezioni di Palazzo Venezia, ma è attestato a Roma fin dall’inizio del Seicento, a testimonianza dei legami storici che legano la figura di Giorgione a Roma, nel quadro della rete di rapporti intercorsi tra Venezia e la Città eterna, che ebbero il loro palcoscenico privilegiato proprio nel Palazzo di Venezia, come si dovrebbe più propriamente definire quella che era la prima dimora romana di un accertato collezionista, e con ogni probabilità anche committente, del pittore di Castelfranco: ossia il cardinale Domenico Grimani, con papa Paolo II Barbo uno dei personaggi chiave dei rapporti politici, diplomatici e culturali tra i due stati tra la fine del Quattrocento e i primi due decenni del Cinquecento. Ed è proprio nell’Appartamento Barbo che si sviluppa la prima sezione della mostra, dedicata alle vicende storiche e alla straordinaria novità dei due amici di Giorgione nelle vicende artistiche del primo ‘500. La mostra prosegue a Castel Sant’Angelo, negli Appartamenti papali, dove è allestita la seconda sezione, con altre opere provenienti da importanti musei del mondo, di grandi maestri del Cinquecento tra cui Tiziano, Tintoretto, Romanino, Moretto, Ludovico Carracci, Bronzino, Barocci e Bernardino Licinio.