Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 31 luglio 2016

Interrogazioni senza risposta: partitocrazia è democrazia?

Come ci ragguaglia lo stesso sito del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, le interrogazioni e le interpellanze ”sono atti ispettivi previsti dal Regolamento interno, presentati da uno o più Consiglieri”. Sono gli strumenti della funzione ispettiva e di indirizzo dei consiglieri regionali, che consiste nell’esercizio dell’attività di orientamento, controllo ed informazione sull’operato della Giunta. Come ancora spiega il sito del Consiglio Regionale, l’interrogazione, nelle sue varie forme di risposta, ”consiste nella domanda presentata in forma scritta e senza motivazione alla Giunta regionale per sapere se un fatto sia vero, se alcuna informazione sia pervenuta alla Giunta o sia esatta, se la Giunta intenda comunicare al Consiglio determinati documenti o abbia preso o intenda prendere alcuna risoluzione su oggetti determinati o, comunque, per sollecitare informazioni o spiegazioni sull’attività dell’amministrazione regionale”. L’interpellanza consiste, invece, ”nella domanda fatta circa i motivi o gli intendimenti della sua condotta su determinati problemi, tesa a provocare una presa di posizione da parte della Giunta stessa”. In un regime democratico e non partitocratico, la risposta all’interrogante o all’interpellante dovrebbe essere d’obbligo nei tempi previsti dal regolamento. La partitocrazia post-fascista, che si è insediata al governo del paese, ha aggredito negli anni la democrazia in Italia, ideata e delineata dalla Costituzione, come un virus, e gli organismi regionali non ne sono immuni, riducendola ad una pura finzione che maschera in realtà la dittatura del partito egemone del momento sostenuto da quegli interessi economici e finanziari nazionali e internazionali, che vengono indicati generalmente con il termine ”poteri forti” e che hanno il loro Minculpop nei media più diffusi e popolanamente seguiti, che distribuiscono a piene mani modelli ad hoc ed educano a quel ”pensiero unico” che costituisce il fondamento del perpetuarsi del regime.
Solo spalle ben protette, dunque, possono permettere a organismi di governo, nel nostro caso, regionali di non rispondere a legittime domande poste, soprattutto se avanzate dalle minoranze consiliari, dimostrando così un atteggiamento che fa risuonare quel silenzio, in termini di buonsenso, prima di tutto come un vero e proprio atto di disprezzo verso chi ”disturba il manovratore” e la sua funzione, e dunque, traslando, verso i propri amministrati, una parte di essi se non la grande maggioranza vista la disaffezione al voto.
Come è noto, le undicesime elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia, che hanno portato alla presidenza Debora Serracchiani con poco più di 2000 preferenze rispetto al presidente uscente Renzo Tondo ripresentato dal Popolo della Libertà, si sono svolte il 21 e 22 aprile 2013. Era la terza volta che nella regione si votava col meccanismo dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale. Abbiamo ricordato la data dell’elezione per meglio inquadrare i dati che seguono. Per quanto, cioè, riguarda gli atti della funzione ispettiva dei consiglieri, secondo i dati del Consiglio regionale, alla data del 30 luglio 2016 sono 389 le interrogazioni a risposta orale non evase dalla Giunta i cui termini sono scaduti, 203 le interrogazioni a risposta scritta e 70 le interpellanze. Tra quelle a risposta scritta, la più vecchia è una quella del consigliere Valter Santarossa, del gruppo Autonomia Responsabile, avente per oggetto ”Pericolo imminente di tracimazione del torrente Varma sulla Strada Regionale n. 251 della Valcellina – Val di Zoldo”, indirizzata all’assessore Santoro: era stata presentata il 1° luglio 2013. Sicuramente, stante l’oggetto, avrebbe meritato una risposta immediata, ma così non è stato.
Numerose sono le interrogazioni ed interpellanze indirizzate alla presidente Serracchiani, rimaste a tutt’oggi senza risposta. Molte, stante l’oggetto, politicamente scomode. Si ricordano qui alcune scelte per lo più a caso. Ad esempio l’interrogazione a risposta orale presentata dal consigliere Rodolfo Ziberna, del gruppo Il Popolo della Libertà-Forza Italia, il 17 maggio 2013, qualche settimana dopo le elezioni, avente per oggetto ”Sulla revoca dell’onorificenza al maresciallo Josip Broz Tito”. Un’altra interrogazione a risposta orale rimasta senza risposta ha per oggetto ”Sui costi della politica”, ed è stata presentata dal consigliere Mario Travanut, del gruppo Partito Democratico, il 28 agosto 2013. E così altre (tra parentesi il presentatore e la data): ”Sull’assunzione di 6 psicologi, diversamente dai 5 previsti” (Ziberna, 21 novembre 2013); ”Sulla missione della Presidente Serracchiani in Azerbaijan” (Ziberna, 21 marzo 2014); ”Sul recente incarico di Vice coordinatore PD della Presidente pro tempore e part time della Regione Friuli Venezia Giulia” (Ziberna, 3 aprile 2014); ”Sulla strana assunzione dell’ex segretario del PD nel Gabinetto della Presidente Serracchiani” (Ziberna, 14 luglio 2016). E venendo più vicino: ”Utilizzo del software libero da parte dell’amministrazione regionale” (Bianchi, 14 gennaio 2016); ”La Regione finanzia un tirocinio per laureati romani; Università di Trieste e Udine: cos’hanno di meno?” (Zilli, 1 febbraio 2016); ”Pulizia degli alvei dei fiumi in area montana” (Marsilio, 10 febbraio 2016); ”Sul rifiuto della Presidente Serracchiani di incontrare i soci prestatori delle Cooperative operaie di Trieste, Istria e Friuli” (Marini, 26 aprile 2016). In tutto dall’inizio della legislatura ad oggi sono 88, sulle 389 totali, le interrogazioni a risposta orale lasciate senza risposta dalla presidente. Solo 28 invece le interrogazioni a risposta scritta, tra le 203 non evase, sono indirizzate per competenza alla presidente Serracchiani. Tra queste, ad esempio, quella di Ziberna del 30 ottobre 2013 con oggetto ”Nomina Marzini – da caporedattore RAI regionale a Presidente del Corecom”; quella di Sergo del 5 dicembre 2013 con oggetto ”Privilegi e indennità maturate come Eurodeputato dal Presidente della Regione”; quella di Dal Zovo del 10 dicembre 2013 con oggetto ”Centro identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo”; e ancora più recenti quella di Pustetto del 3 febbraio 2015 ”Quali gli interventi in difesa della pluralità dell’informazione?”; o quella di Colautti ”Sulle procedure concorsuali regionali” del 30 aprile 2015, o infine, ma non ultima, quella ”Sulla necessità di una politica coerente ed organica di aiuti e di sostegno alla montagna”, presentata da Novelli il 17 febbraio 2016. Infine delle 70 interpellanze lasciate inevase, 19 erano indirizzate per competenza alla presidente. Ne ricordo una: quella del consigliere Ziberna del 28 ottobre 2013 ”Accertamenti italiani alla centrale nucleare slovena di Krško dopo gli ultimi incidenti di ottobre”.
Nell’elenco delle interrogazioni e delle interpellanze rimaste inevase sono numerose quelle che riguardano Trieste, a partire dall’interrogazione a risposta scritta del consigliere Ussai del 25 luglio 2013 sul ”Rilascio dell’AIA allo stabilimento siderurgico Ferriera di Servola e costi di bonifica”, a quella del consigliere Sergo sulla ”Velocizzazione dell’asse ferroviario Venezia-Trieste” del 25 agosto 2014, a quella di Dal Zovo del 19 dicembre 2014 sulle ”Strutture militari sotterranee presenti a Montedoro”, a quella di Riccardi del 31 maggio 2016 con oggetto ”Emergenza chirurgica urologica presso l’ospedale di Cattinara”, per citarne alcune.
Le non-risposte sono generalmente molto eloquenti della cifra politica in termini di autorevolezza e credibilità di chi cerca una fuga nel silenzio. Va detto. Il politico che amministra non può prendere in considerazione solo ciò che gli torna comodo in termini politici, ma deve dare conto su tutto quanta riguarda la sua competenza e la sua attività di governo. Si tornerà, dunque, sull’argomento, ritenendo l’informazione su tali rifiuti ad esprimersi in merito a questioni e problemi nella grandissima parte non trascurabili, interessante per capire e prendere coscienza sulla misura di inadeguatezza di chi si elegge a cariche pubbliche affidandogli il proprio futuro. Un’informazione certamente di maggior valenza delle veline istituzionali propagandistiche, spacciate dalla stampa e dai media televisivi come notizie di straordinaria importanza e, più ancora, delle beghe politiche sul nulla, odierno vero e proprio oppio del popolo, con cui si farciscono le pagine dei quotidiani.