Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 21 ottobre 2015

Autobus 26 bloccato da una lite in difesa di una disabile

Quello che si racconterà è uno dei tanti quotidiani episodi di intolleranza e di sopraffazione tra ultimi o borderline che accadono senza trovare una eco sui giornali. Siamo sull’autobus della linea 26, a Trieste, oggi pomeriggio poco prima delle 17. Alla fermata di Piazza Oberdan salgono due famiglie con numerosi bambini al seguito, due dei quali su passeggini, uno per famiglia. Sembrano extracomunitari, o comunque non di Trieste, almeno dalla particolare pronuncia degli improperi della donna implicata nella vicenda, accento inconfondibilmente non triestino anche se le parolacce sentite lo erano. Sugli autobus di Trieste è permesso il trasporto di un bambino in un passeggino.
Il tutto scoppia dalla pretesa con maniere, eufemisticamente, poco urbane, di una delle due donne, dopo aver piazzato il passeggino del proprio bambino nello spazio riservato, di far sloggiare, nel vero senso della parola, una giovane disabile down dal posto riservato alle carrozzine per disabili o per disabili con gravi problemi, perché facesse posto al secondo passeggino del figlio dell’amica. La inqualificabile pretesa della donna, ha trovato immediatamente la reazione di un uomo che la ha affrontata in difesa della giovane disabile, letteralmente terrorizzata quest’ultima dai modi con cui la donna pretendeva che si alzasse dal posto legittimamente occupato, per fare posto al secondo passeggino; e tutto, a quanto è parso di capire per avere vicino l’amica con cui scambiare qualche chiacchiera.
Il diverbio, con un accennato tentativo di aggressione da parte della donna nei confronti dell’uomo, che non desisteva dalla difesa della giovane disabile, nonostante l’inutile tentativo di altri passeggeri di rasserenare gli animi, veniva bloccato alla fermata successiva, quando l’autista comunicava a tutti che l’autobus sarebbe rimasto fermo lì ad attendere la polizia da lui chiamata per chiudere l’incidente. Dopo qualche minuto, le due donne, anche vedendo arrivare un autobus della linea 5, che fa per un tratto lo stesso percorso, abbandonavano con passeggini, figli e mariti, o compagni, al seguito l’autobus che rimaneva lì in attesa delle forze dell’ordine, mentre l’uomo intervenuto in difesa rimaneva e rimaneva ovviamente la giovane disabile terrorizzata, confortata da alcuni passeggeri. Dopo non molti minuti arrivava a verificare la situazione e a raccogliere la testimonianza dell’autista un addetto alla sicurezza dell’azienda di trasporti, che faceva ripartire l’autobus per la sua destinazione, Largo Osoppo. Un episodio davvero poco edificante che non ha bisogno di ulteriore commento.