Le minoranze consiliari di Brembio, attraverso un articolo su La Gazzetta di Brembio, che riporta “qualche veloce considerazione in merito alla posizione dei gruppi di minoranza” sulla questione del transito dei mezzi agricoli per le vie del paese in violazione del divieto del limite di peso di 6,5 tonnellate, imposto per tutto il centro abitato da un’ordinanza sindacale, cercano di spiegare la “calata di brache” in Consiglio comunale (del 1° settembre) quando hanno ritirato un proprio emendamento al bilancio di previsione che imponeva alla maggioranza, inadempiente nel far valere le ordinanze, di aumentare il controllo della polizia locale in modo da far cessare, a favore della popolazione danneggiata, un passaggio che crea disagio, pericolo e minaccia alla sicurezza di pedoni e ciclisti che percorrono le strade cittadine, danni alla salute e pesanti problemi agli infermi costretti a sopportare all’interno delle proprie case rumore e vibrazioni.
Le stesse minoranze motivano l’emendamento da loro presentato, dicendo che “la ragione per cui è stato proposto l’emendamento in questione era proprio quella di rendere rapidamente operativo il progetto per attenuare quanto prima il disagio della cittadinanza”. Sembra che la maggioranza nel corso del dibattito abbia dichiarato “l’esplicito impegno” per mettere in pratica le soluzioni individuate in un “tavolo tecnico” che lavora da mesi (quali non si sa e nel suo articolo sullo stesso giornalino il vicesindaco lo fa ben capire). E, del resto, il lavoro del tavolo tecnico è solo fumo per non imporre, come l’ordinanza del limite di peso impone, il blocco del transito dei mezzi agricoli per le vie del centro abitato.
La motivazione o meglio la giustificazione del ritito dell’emendamento, contenuta nella chiusura dell’intervento su La Gazzetta, è la comica finale. Scrivono: “Con la convinzione che per rendere un servizio alla comunità sia necessario affrontare le questioni e non continuare ad alimentare contrapposizioni pregiudiziali che non portano da nessuna parte, abbiamo scelto la strada di ritirare l’emendamento e dare credito alla maggioranza”. A parte il fatto che dichiarare che il far rispettare le norme e la legalità sia “alimentare contrapposizioni pregiudiali”, è assolutamente tragico, soprattutto da parte di chi, come la minoranze consiliare, ha un compito di controllo oltre che di proposta, il ritiro dell’emendamento significa non aver compreso bene neppure la sua forza politico amministrativa e di sostegno della legalità, quasi che, parrebbe, l’emendamento fosse stato proposto semplicemente per dare una risposta come “opposizione” alla protesta della popolazione, tanto per dimostrare che si esiste. L’emendamento non poteva che essere votato favorevolmente dalla maggioranza consiliare, altrimenti un voto contrario sarebbe stato l’avvallo delle reiterate violazioni da parte dei mezzi agricoli di un divieto (non votarlo: questo il motivo per cui la maggioranza, a quanto par di capire, si è sperticata nell’assicurare una soluzione entro la fine dell’anno). Non averlo capito è drammatico: fa comprendere che la loro presenza o la loro assenza in Consiglio comunale produce lo stesso effetto, quello di consolidare, comunque, gratuitamente il credito dell’attuale maggioranza. Una prassi infelice delle minoranze ormai ripetuta almeno in altre due occasioni importanti (l’approvazione dell’iter di autorizzazione edilizia per l’area di trasformazione AT4 e della modifica del regolamento dell’asilo nido di cui si è detto in un articolo sempre su Youreporter).
Ma torniamo ancora un momento su quanto le minoranze scrivono sul problema del transito dei trattori in paese. “Come più volte ribadito, – dicono, – siamo convinti che la cosa è divenuta ormai critica e che deve necessariamente essere ricondotta nei termini della ragionevolezza, a salvaguardia del benessere della cittadinanza”. Come già da queste parole si comprende, “la cosa è divenuta ormai critica”, le minoranze non hanno capito ancora che ogni giorno il passaggio di un mezzo agricolo che superi le 6,5 tonnellate è una violazione del codice della strada. Perché se lo avessero capito, avrebbero preteso il blocco e poi, solo poi, avrebbero accettato il tavolo tecnico dicendo, come dicono: “È evidente che la soluzione non può che essere ricercata in una serena e attenta analisi del problema e la valutazione delle possibili alternative che possono minimizzarne l’impatto”. L’impatto sarebbe stato in questo caso riferito al blocco dei mezzi agricoli ed allora sarebbe stato giusto il contribuire ad una ricerca di soluzioni esterne al centro abitato che minimizzino i percorsi alternativi che già ci sono (Casalpusterlengo insegna), ma che se oggi usati dagli agricoltori inciderebbero negativamente sul loro profitto. Il vero problema da mitigare è questo, il blocco che dovrebbe esserci se fossimo in un paese di legalità, e non il viceversa, il loro transito in violazione alle norme per le vie del centro abitato.
Ma forse le minoranze non hanno neppure compreso la loro avvenuta strumentalizzazione presente nel titolo con cui La Gazzetta pubblica il loro infelice articolino: “Trattori…, la soluzione”. Tanto per gettare fumo, con l’avvallo delle minoranze, distogliere l’attenzione dalla sola soluzione che esiste da tempo: la soluzione data da un’ordinanza del 2003, che basterebbe far rispettare: il blocco del transito dei mezzi agricoli pesanti per le vie cittadine.
Su La Gazzetta le minoranze giustificano la calata di brache
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