Chieve (Lombardia) 10 settembre 2015

Chieve di nuovo in piazza contro la Garbata Accoglienza

Martedì sera, 8 settembre, trecento circa residenti di Chieve, convocati in Piazza Roma, blindata dalla polizia, dal Comitato Cittadini Chieve, hanno dato vita ad una manifestazione contro la presenza di 31 profughi ospitati in una palazzina gestita dalla Srl “Garbata Accoglienza”, società costituita ad hoc.
Chieve, un piccolo paese del Cremasco, di circa 2.000 abitanti, era già stato sul palcoscenico della cronaca nazionale a fine luglio per la protesta degli abitanti che lamentavano l’ospitalità di 43 profughi nella palazzina in Piazza Zambonelli, avvenuta a seguito di una convenzione stipulata direttamente dalla Prefettura di Cremona con la proprietà, senza informare, se non a posteriori, a contrattazione avvenuta, il sindaco del luogo e di riflesso la popolazione. A soffiare sul fuoco della protesta il fatto che la proprietà dell’immobile, a quanto riportato dai media anche televisivi e denunciato dal comitato, non rispetti a pieno le regole previste dalla convenzione con la prefettura. L’impressione, rafforzata anche da testimonianze dirette raccolte da abitanti del luogo, è che l’ospitalità offerta dalla “Garbata Accoglienza” sia uno dei casi più di attenzione al profitto piuttosto che ad una accoglienza che sia premessa ad una reale integrazione dei richiedenti asilo, casi che stanno danneggiando gli sforzi di quanti sinceramente stanno tentando di dare risposte positive ad un fenomeno epocale, che richiede grande solidarietà da parte di tutti.
Martedì sera Chieve ha avuto la ribalta nazionale della trasmissione televisiva di Paolo Del Debbio, “Dalla vostra parte”, su Rete4 e non a caso alla manifestazione era presente, come già nella prima manifestazione, il deputato Guido Guidesi della Lega Nord. La realtà di Chieve è anomala rispetto al resto del territorio cremasco dove si sta lavorando, Diocesi e sindaci con capofila il sindaco di Crema, ad un modello di accoglienza diffusa che è stato proposto dal Vescovo Oscar Cantoni e ben descritto nell’ultimo Consiglio pastorale diocesano, consistente nell’ospitalità da parte delle parrocchie di piccoli gruppi di 4 persone al massimo (8 nel caso delle parrocchie più grandi), con la collaborazione dei Comuni nella ricerca di abitazioni rese disponibili tramite affitto da privati, anticipando la direttiva pastorale di Papa Francesco di dare ospitalità ad una famiglia in ogni parrocchia.
Bersaglio della protesta del comitato, oltre alla titolare della “Garbata Accoglienza” e proprietaria della palazzina dove i profughi sono ospitati, il prefetto di Cremona Paola Picciafuochi, che sembra, tra l’altro, non aver sciolto ancora la riserva sul protocollo di accordo territoriale per la gestione dei profughi presentato dal sindaco di Crema e la gran parte dei sindaci cremaschi in accordo con la Diocesi e con la Caritas di Crema. Al prefetto da parte dei manifestanti è stato chiesto lo sgombero della palazzina per le condizioni igienico sanitarie in cui versa, la riduzione ancora del numero dei profughi dagli attuali 31 (43 erano in origine) e il non rinnovo della convenzione alla sua scadenza a dicembre.
Intanto oggi, 9 settembre, la Prefettura ha comunicato che la seduta pubblica di gara relativa alla procedura di affidamento in convenzione del Servizio di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, di cui al Bando n. 32098 si terrà presso la sede della Prefettura di Cremona, in Corso Vittorio Emanuele 17, venerdì 11 settembre 2015 alle ore 9.00.