Soprattutto nel periodo primavera estate ed in particolar modo nei mesi di agosto e di settembre, i residenti di Brembio che abitano le vie principali di transito del paese sono vittime di rilevanti disagi, dannosi soprattutto per gli anziani e per quanti hanno problemi di salute, dovuti al continuo passaggio di mezzi agricoli di grosse dimensioni e recanti carichi pesanti. Le vie del passaggio dei mezzi sono: Via Vittorio Veneto, Via Monte Grappa, Via XX Settembre, Via Gramsci e Piazza Matteotti, Via Roma. Particolarmente in quest’ultima il problema è acuito dalla presenza di dossi fuori norma secondo il Codice della strada, che, come gli analoghi nelle altre vie, dovrebbero essere rimossi dall’amministrazione comunale.
Nel paese sono vigenti due divieti: il primo impone ai mezzi agricoli di non superare il 15 km all’ora, il secondo vieta il passaggio per le vie del paese di mezzi con portata a pieno carico superiore a 65 quintali. L’ordinanza relativa a quest’ultimo divieto (la n. 5 del 17 ottobre 2003) era, come recita la premessa, una risposta alla constatazione “che si rende opportuno adottare provvedimenti che consentano sia di ridurre l’inquinamento atmosferico ed acustico nel centro abitato, sia il crearsi di situazioni di pericolo a persone e cose” e, dunque, in essa si legge che “si rende necessario per motivi di pubblico interesse e di sicurezza della circolazione stradale nonché per esigenze di carattere tecnico adottare idonei provvedimenti al fine di regolamentare la circolazione e la sosta”.
L’amministrazione comunale è consapevole, quindi, sino dal 2003, che l’attraversamento di mezzi di grosse dimensioni costituisce un gravissimo problema per il paese, dovuto per la gran parte alla sua configurazione urbanistica storica con una viabilità interna ricca di strettoie, di assenze di marciapiedi e di percorsi ciclopedali, che si snoda tra case che datano in alcuni casi più di un secolo e, dunque, sofferenti alle vibrazioni causate dal traffico pesante, costituita oltretutto da strade in evidente stato precario con manti deteriorati. Una situazione che da allora, 2003, è andata sempre più peggiorando senza che vi fosse un benché minimo intervento amministrativo, nonostante le sollecitazioni e le proteste inascoltate di molti cittadini e i bei discorsi e promesse acchiappavoti ad ogni tornata elettorale, sempre disattesi.
L’ordinanza citata prevedeva che con provvedimento a parte venissero previste deroghe e modalità di accesso per categorie di veicoli di pubblica utilità, e – si legga attentamente – “per i veicoli che, in particolari situazioni, non hanno un percorso alternativo”. Se si è intellettualmente onesti non si può affermare che l’attuale passaggio di non pochi dei mezzi agricoli pesanti e di grandi dimensioni per il paese rientri nei casi indicati nell’ordinanza per una deroga. Molti mezzi agricoli, al limite di peso, che passano per il paese per portare il trinciato o quant’altro all’impianto di biogas sono “abusivi” alla stregua dei tir che talvolta passano per Brembio diretti alla logistica in località Garibaldino. Né più né meno. E anche rientrando la gran parte, per lo più, nei limiti di peso, stante la drammatica situazione, non si potrebbe pensare di agire sullo strumento, abbassare l’asticella come nel ballo del limbo, cioè, diminuire il limite?
Ormai è tempo – son molti i cittadini che così si esprimono, qualcuno arrivando anche ad interessare le forze dell’ordine al problema, – che si smetta di raccontare fole alla popolazione, si agisca; e se, come amministratori, non si è capaci di farlo, si diano le dimissioni.
Gli strumenti per mettere fine ad un disagio di non poco conto ci sono, basta attuarli. L’inerzia non può che avere un solo motivo, un secondo fine “politico”: il considerare che, così facendo, si rischia una perdita di voti o del sostegno di una categoria potente in un paese agricolo com’è Brembio. Come nella fiaba di Andersen, però, l’opinione pubblica sta sempre più prendendo coscienza che il “re è nudo”. E lo testimoniano prese di posizione di cittadini lette sulla stampa locale.
Traffico pesante in paese: strumento per limitarlo già c’è
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