Brembio (Lombardia) 18 agosto 2015

Mezzi agricoli, disagi per dossi che non dovrebbero esserci

Dopo aver detto di alcuni aspetti del problema del transito di mezzi agricoli nelle vie cittadine di Brembio, nell’articolo “Dare risposte ai disagi del transito di mezzi agricoli”, pubblicato sempre su Youreporter.it, si affronterà qui la questione lasciata indiscussa, e cioè quella delle vibrazioni lamentate dai residenti che abitano in case prospicienti le vie di transito dei mezzi. Già in quell’articolo si era ricordata una delle affermazioni di un trattorista che opera per un’azienda di Brembio: “Le vibrazioni sono date dai dossi e non dai trattori direttamente”. Ovviamente intendeva che le cause erano dovute alla decelerazione, al passaggio sul dosso e alla successiva accelerazione del mezzo per riprendere una velocità adeguata, seppure contenuta nel limite dei 15 km/h. In effetti se il mezzo agricolo potesse mantenere una velocità costante, gli effetti dovuti al suo passaggio sarebbero ridotti al minimo. Ad impedirlo, innanzitutto il traffico e gli automezzi, biciclette e pedoni che incrocia, che costringono ad un rallentamento quando non a una fermata nelle strettoie delle vie cittadine reali, o dovute ad automobili in sosta ai lati della carreggiata. Una regolamentazione della circolazione, ad esempio come nell’articolo citato veniva suggerita, potrebbe essere sufficiente a mitigare i disagi dovuti a tali cause.
Ma negli scorsi anni, non si sa con quale criterio se non quello di rincorrere il consenso di alcuni elettori, l’amministrazione comunale ha costruito nelle vie di transito una serie di dossi artificiali che dovevano servire da deterrente verso qualche “pilota da formula uno” che con la sua automobile era solito attraversare il paese come fosse al circuito di Monza: in Via Monte Grappa, in Via Vittorio Veneto, in Via Roma, in Via XX Settembre. Insomma per dirla in breve, non avendo vigili per controllare le violazioni al Codice della Strada, si è disseminato il paese di “vigili morti”, come gergalmente vengono detti i rallentatori. Il problema è che tali dissuasori proprio alla luce del Codice della Strada nelle vie principali di Brembio appaiono illegittimi.
L’articolo 179 del Regolamento di esecuzione ed attuazione del Nuovo Codice della strada norma i rallentatori di velocità, considerati dall’articolo 42 del codice. Al comma 5 l’articolo recita: “I dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residences, ecc. (…) Ne è vietato l’impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”. All’articolo 3 il Codice della strada definisce come zona residenziale una “zona urbana in cui vigono particolari regole di circolazione a protezione dei pedoni e dell’ambiente, delimitata lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e di fine”. Non possono essere, dunque, definite “strade residenziali”, cioè interne a zone residenziali, le arterie fondamentali di attraversamento del paese, come i tratti cittadini di strade provinciali SP 168 e SP 141, seppure la loro amministrazione all’interno del centro abitato sia stata affidata al Comune, o come Via Monte Grappa. I dossi dissuasori causa delle vibrazioni dovute al passaggio dei mezzi agricoli, non dovrebbero esserci nelle vie in cui essi transitano e, dunque andrebbero rimossi, se il rispetto della normativa a Brembio non fosse un optional.
E non è una questione di interpretazione lasciata a chiunque. Il Ministero dei Lavori Pubblici ha redatto direttive che trattano espressamente la questione, in una delle quali (Direttiva del 24/10/2000) si dice: “I dossi collocati su itinerari di attraversamento dei centri abitati, lungo le strade più frequentemente percorse dai veicoli di soccorso, di polizia o di emergenza, o lungo le linee di trasporto pubblico, devono essere rimossi”.
E ancora nella Direttiva n.777 del 27/4/2006: “Si osserva che spesso i rialzi sono eseguiti come misure episodiche puntuali, senza uno studio accorto sulla loro geometria, sui materiali con cui sono realizzati e soprattutto sul loro posizionamento. Nel richiamare le argomentazioni svolte con la direttiva per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani di traffico, in data 12 aprile 1995, si rammenta che, in generale, le misure di regolamentazione della circolazione nei centri abitati devono essere ispirate al criterio della migliore fluidificazione del traffico, senza impedimenti sulla viabilità principale o di attraversamento, che interessa spostamenti su più lunghe distanze; ed a provvedimenti di gestione della sosta e di tutela delle utenze deboli (bambini, anziani, invalidi, ciclisti, ecc…) nelle isole ambientali (punto 3.1.2 della direttiva), dove gli spostamenti sono per lo più pedonali o comunque su più brevi distanze. Di conseguenza non è opportuno, né consigliabile, realizzare rialzi nel primo caso. Il provvedimento potrebbe risultare addirittura controproducente. Infatti un utente della strada tende a minimizzare il tempo di viaggio e quindi intenzionalmente, o istintivamente, è portato a recuperare le eventuali perdite di tempo incontrate lungo l’itinerario; pertanto ad ogni rallentamento, comunque indotto, consegue di solito un aumento dell’andatura per recuperarlo, riducendo così il margine di sicurezza”.
Nelle scorse settimane una situazione analoga di danni derivati dai dossi collocati in vie di transito è arrivata sui quotidiani. A Udine, contro l’intenzione dell’amministrazione comunale di usare dossi per realizzare un progetto di slowtown nel’intento di rallentare gli automobilisti amanti della velocità, si sono opposti gli autisti dei mezzi di soccorso che hanno invitato, chi doveva decidere, a valutare i tempi di intervento del personale sanitario: “Un mezzo di soccorso supera un dosso a passo d’uomo, all’andata per evitare danni alle parti meccaniche, al rientro per non sottoporre il paziente a possibili traumi da rimbalzo. Tutto questo comporta, inevitabilmente un allungamento dei tempi di intervento. Reiterate decelerazioni e accelerazioni sottopongono i fluidi dei pazienti, specialmente quelli colpiti da patologie vascolari o da traumi al capo a notevoli sollecitazioni meccaniche con la conseguente possibilità di aggravamento del quadro generale”, ha spiegato il presidente dell’Associazione conducenti emergenza sanitaria, evidenziando un problema su cui a Brembio non si è minimamente riflettuto. Come non si è riflettuto sull’effetto del passaggio dei carri agricoli e di altri automezzi pesanti sui dossi così prodigalmente regalati alla popolazione di Brembio. E dire che da tempo, almeno un paio d’anni, cittadini hanno sollevato la questione dei dossi, interpellando gli amministratori senza ottenere la minima attenzione. Forse è il caso di attribuire finalmente le colpe dei disagi del transito dei mezzi agricoli per le vie del paese a chi veramente ne è la causa.