Arcinazzo Romano (Lazio) 19 aprile 2015

ARCINAZZO: Il paesologo, tra l’antico e il moderno.-

ARCINAZZO: Il paesologo, tra l’antico e il moderno.

ARCINAZZO: Il paesologo, tra l’antico e il moderno.
Iniziativa dei ragazzi del blog SiAmo Arcinazzo che hanno invitato un paesologo per “studiare” insieme il paese attraverso le sue complessità ma soprattutto per elaborare le numerose opportunità che la vita può dare in un paese piccolo come Arcinazzo e provare a leggere il “Paese” con una chiave differente dalle solite percepite nel tempo.
Oggi ad Arcinazzo Romano, in origine detto Ponza, il Paesologo Franco Arminio cercherà di percorrere un viaggio itinerante all’interno delle mura medievali e valorizzare ciò che è andato perduto nel tempo, come: “gente che sa fare il pane, gente che ama gli alberi e riconosce il vento”, ma anche per provare a far riflettere i cittadini locali sulle potenzialità da riconoscere e usare per cambiare Arcinazzo.
Ma i vecchi mestieri sono ormai scomparsi e ricreare attenzione su questi umili, semplici e ancora affascinanti lavori, ritorna in auge forse per riproporli come hobby. Probabilmente per combattere la noia, ma forse anche per ricreare un minimo di attenzione sulle attività di una volta e sugli strumenti di lavoro che ormai fanno parte del museo dei mestieri vicino la Chiesa Parrocchiale di S.M. Assunta.
Ed è proprio dalla Chiesa che Franco Arminio “prenderà per mano” gli abitanti di Arcinazzo per evidenziare con un angolo diverso e un punto di vista differente il Paese. A leggere il manifesto che preannuncia l’iniziativa, si cercherà di offrire una lente di ingrandimento sulle INCLUSIVITA’, come: “Ascoltare gli anziani, lasciare che loro parlino della loro vita”. Infatti la vita degli anziani, in un piccolo paese come Arcinazzo, racconta il duro lavoro dei campi di una economia una volta agro-pastorale, che non rappresentava solo l’attività lavorativa ma anche la condivisione e l’affiatamento con i confinanti di appezzamenti di terreno e dell’intera vita sociale.
Nel manifesto si parla anche di: “Esprimere una volta al giorno ammirazione per qualcuno, dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia”.
Ecco un altro aspetto dell’inclusività della vita su cui tutti dovremmo meditare. L’empatia sembra il comune denominatore per procedere nel paese, ma questo presuppone la necessità che ogni persona si tolga atteggiamenti fragili e rifletta sui propri limiti e pregiudizi nei confronti dell’ altro, pur riconoscendoli senza farne un dramma.
Certo è una rivoluzione porre l’attenzione sul proprio silenzio, sulla propria luce sulla propria fragilità e dolcezza, ma questa occasione offre elementi in più per essere vivi, propositivi e attenti al mondo che ci circonda e che si può cambiare non ripercorrendo i modelli, gli atti, che noi stessi abbiamo contestato per non ricreare la società che abbiamo fin’ora conosciuto. Buon lavoro e attenzione a tutti.

G.De Santis