Milano (Lombardia) 25 gennaio 2015

MILANO: Human Factor,sinistra di governo e democrazia.

MILANO: Human Factor, la sinistra di governo e la democrazia partecipata.

Si e conclusa la terza giornata di Human Factor. Una grande partecipazione della sinistra che è orgogliosa di avere questo nome, dove la democrazia partecipata è il comune denominatore di chi ha messo in campo 47 laboratori, con argomenti che vanno dal lavoro alla casa, alla comunicazione al welfare e tanti altri argomenti. Gli iscritti sono stati una miriade e nemmeno gli organizzatori di Sel si aspettavano questa massiccia voglia di manifestare il cambiamento. Luca Casarini ha intervistato Massimo Cacciari che ha parlato dell’incapacità di capire e delle difficoltà dell’informazione italiana a raccontare cosa succede all’altro capo del Mediterraneo.
Vendola tra le altre cose ha dichiarato: «Questa tre giorni non è un evento è l’inizio di un cammino che ci ha già trasformati. È un luogo di una sinistra plurale, ricco in cui non avete percepito né il rancore, né la depressione che sono i due sentimenti che da troppo tempo accompagnano la sinistra». Poi continua: «Il fatto che oggi, da tante storie, da tante appartenenze, veniamo qui a dire, tutti quanti, ‘sinistra di governo’ vuol dire che qualcosa è accaduto. La domanda sociale che si è espressa nelle mobilitazioni sindacali in giro per l’Italia ha bisogno di una risposta politica. E qualunque riproposizione della dicotomia tra autonomia del sociale e autonomia del politico rischia di essere il terreno di un’ennesima sciagura. Non c’è cambiamento a sinistra se non si opera dal basso e dall’alto». Aggiunge ancora il segretario di Sel: «Noi non vogliamo annunciare un fatto magico, la improvvisa nascita di un nuovo soggetto politico. Siamo una comunità tra tante altre comunità. Dentro le sinistre ci sono tante cose che hanno valore e che devono arricchirsi reciprocamente. Noi non siamo i primi e non siamo i migliori. Noi non vogliamo mettere l’imprimatur su un processo che deve vedere la cessione di sovranità da parte di ciascuno, perchè insieme si possa fare un avanzamento. Non sciolgo Sel, e non dico a questa comunità di fare un passo indietro. Dico a questa comunità di fare molti passi in avanti», aggiunge il leader di Sel. Vendola lancia quindi la proposta «della nascita di un coordinamento non fatto da leader ma da tutti coloro che sono interessati ed essere protagonisti. Dovrebbe lavorare per tutto il mese di febbraio per il rimescolamento dei popoli. Compagni e compagne di tutte le compagnie in cui sia consentito che ciascuno tenga la propria tessera. Dovrà essere consentita la doppia militanza», dice Vendola citando tra gli altri gli esponenti del Pd che erano presenti in platea.
Anche il segretario della Fiom Landini non ha fatto mancare il suo pensiero:
“La crisi che ha peggiorato le condizioni di vita di milioni di persone è tutt’altro che esaurita, mentre i gruppi dirigenti europei continuano a perseverare nelle scelte politiche ed economiche che l’hanno causata e nutrita.
Nel mondo contemporaneo non si è mai vista una simile disuguaglianza nella distribuzione delle risorse, una concentrazione così forte della ricchezza nel peso che hanno assunto le rendite e la finanza. Così oggi siamo al punto che l’uno per cento della popolazione mondiale possiede quanto il 44 per cento dell’intera umanità e le previsioni ci dicono che questa forbice è destinata ad aumentare.”

“La crisi che ha peggiorato le condizioni di vita di milioni di persone è tutt’altro che esaurita, mentre i gruppi dirigenti europei continuano a perseverare nelle scelte politiche ed economiche che l’hanno causata e nutrita.
Nel mondo contemporaneo non si è mai vista una simile disuguaglianza nella distribuzione delle risorse, una concentrazione così forte della ricchezza nel peso che hanno assunto le rendite e la finanza. Così oggi siamo al punto che l’uno per cento della popolazione mondiale possiede quanto il 44 per cento dell’intera umanità e le previsioni ci dicono che questa forbice è destinata ad aumentare.”
Nel nostro Paese chi vive del proprio lavoro in questi anni ha subito un attacco alle proprie condizioni materiali e ai propri diritti sociali e politici che non trova precedenti nella storia della Repubblica. Il risultato sono i milioni di disoccupati, di poveri, di precari e di lavoratori con salari ormai nemmeno sufficienti a sopravvivere.
Di fronte a questa situazione le uniche politiche che vengono messe in campo sono dettate dalle logiche finanziarie che hanno prodotto l’attuale disastro e dalla compressione delle condizioni materiali e dei diritti delle persone che per vivere debbono lavorare.
In particolare in Italia, i governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni hanno colpito sempre in una sola direzione: compressione dei salari, precarizzazione del lavoro, privatizzazione del welfare e dei servizi, diminuzione dei diritti. Con l’accentuarsi della crisi questi attacchi non sono diminuiti; anzi, sono stati sempre più incalzanti in un’escalation che per quanto riguarda il mondo atto nazionale di lavoro ormai derogabile per legge, con l’innalzamento dell’età pensionabile a livelli sconosciuti in qualunque altro paese europeo, con il Jobs Act e lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori.
Un crescendo in cui il lavoro e i suoi soggetti sono stati cancellati dall’agenda politica e ridotti a voci di bilancio o a semplice merce da comperare e vendere al miglior prezzo possibile. Una strada sulla quale il lavoro non è stato più considerato degno di rappresentanza e nemmeno più d’ascolto. E questa sordità, credo, ha avuto e sta avendo un grande peso sulla crisi della nostra democrazia e sui rischi di collasso che corre la rappresentanza politica.
E’ di fronte a questo panorama che la vostra iniziativa di oggi assume un’importanza particolare. Discutere e capire come risalire la china; come e con quali argomenti riconquistare l’interesse e la partecipazione della parte di società cui ci rivolgiamo e che intendiamo rappresentare nei suoi interessi materiali, culturali e politici; costruire una prospettiva alternativa al dominio del mercato e dei mercanti, una pratica collettiva in cui – come si diceva alle origini del movimento operaio – si possa agire “insieme con giustizia”…. tutto questo è oggi indispensabile per affrontare un mondo che ci sembra andare avanti alla rovescia.
La crisi che ci sta colpendo non è caduta dal cielo, è il frutto di scelte e avidità precise e proprio per questo non possiamo pensare d’aspettare che passi, illudendoci che poi tutto sarà di nuovo come prima, come “ai bei tempi”. Servono energie e progetti per immaginare e proporre delle alternative concrete su cui spendersi e battersi. Serve perciò una politica all’altezza di questa sfida, che sia radicale nei contenuti e sappia pensare in grande, oltre i confini della sopravvivenza e delle appartenenze. Insomma, serve un progetto di cambiamento che nasca dalla società, dai suoi conflitti e dai suoi protagonisti, dobbiamo fare qualcosa di più importante e impegnativo che una semplice denuncia delle ingiustizie o di un’orgogliosa testimonianza.
Per tutto questo oggi siamo lì con voi, a partire dal contributo che un nostro segretario nazionale porterà alla discussione a nome della Fiom. E sono certo che su questa strada continueremo a camminare assieme”. Da questo evento, probabilmente la sinistra imparerà a ricercare l’unità e a non dividersi ulteriormente per
il futuro. Alcuni presenti hanno commentato, siamo bravi, abbiamo compagni eccezionali, ma i media ignorano sempre le nostre iniziative. Che questo non sia un handicap da risolvere per la sinistra che ogni giorno partecipa senza delegare per cambiare la realtà.
G.D.S.