ARCINAZZO: Ilvano Quattrini descrive TITO TROJA l’artista.
(6° VIDEO)
In questo video Ilvano Quattrini, uno degli autori del libro e storico descrive Tito Troja come artista. La formazione, l’ adesione di Tito ai Puristi. Il valore delle opere di Tito.
La volontà della Chiesa è stata per anni quella di comunicare a tutte le persone il Vangelo della salvezza, nei modi più semplici e immediati. In passato la cultura popolare, dove era normale che la maggior parte delle persone non sapeva ne leggere ne scrivere impediva loro un accostamento ai testi sacri.
Fù così che la comunicazione più immediata e comprensibile veniva commissionata ai pittori e artisti dell’epoca. Tutti gli absidi delle chiese e le navate sono stati ornati da dipinti e affreschi che rappresentassero quelle scene, in questo modo diventavano veicoli comunicativi immediati e comprensibili.
L’espressione di questa comunicazione è stata definita la “parola dipinta”.
Le immagini trasmettono in modo semplice e diretto i concetti contenuti nei vangeli, nella bibbia e in tutte le sacre scritture.
Anche l’espressione Bibbia dei poveri deriva da questa modalità di comunicare. Un esempio fantastico lo troviamo nella Cappella Sistina, dove si possono vedere chiaramente le Sibille rivelatrici, paragonabili ai profeti, i concetti dei vizi e le virtù, dell’ antico e nuovo testamento ed infine il Giudizio Universale.
Michelangelo, diversamente da quanto si pensi era un profondo conoscitore dei testi sacri, infatti nel dipingere la Cappella Sistina fu tormentato ed infine estasiato nella realizzazione di quelle opere, per cercare di esprimere al meglio la comunicazione in senso compiuto delle sacre scritture.
Nel film “Il Tormento e l’ Estasi” queste scene sono ben rappresentate e fruibili a chiunque ne volesse gustare il sapore e quindi il sapere.
Ilvano Quattrini, storico, nel parlare di Tito Troja ha azzardato un accostamento di Tito con Michelangelo, quasi che il Troja fosse uno dei successori nel trasmettere quei messaggi e modalità di rappresentarli.
Ilvano Quattrini – storico – illustra in questo modo Tito Troja come artista.
Si è formato guardando le pitture che sono nel monastero dei benedettini di Subiaco, dove aveva condotto i propri studi.
Pitture del ‘200 ‘300 e quattrocento. L’artista ha letto conosciuto e imitato la pittura del ‘500. La pittura veneta. La sua Assunta infatti è simile a quella del Tiziano.
Ha seguito poi due correnti di pensiero i Nazareni e i Puristi.
Le correnti artistiche al tempo di Tito Troja erano i Nazareni, pittura semplice che contrastasse la pittura neoclassica e i Puristi.
Nel 1700 Winckelmann aveva effettuato ricerche sulla città di Troja e ne ricostruì la storia affermando che Troia era esistita e non era frutto solo dell’immaginazione di Omero.
I Nazareni venivano da Vienna e i Puristi capeggiati da Minardi il cui discepolo più preparato era appunto Luigi Fontana (maestro di Tito).
Allora Roma viveva una grande ristrutturazione e ampliamento, in quel contesto lo Stato Pontificio voleva fare la propria parte e la affidò nelle mani del Fontana. (1860-1870).
La Chiesta investi economicamente nella citata ristrutturazione della capitale.
La fortuna fù per Tito il mix tra il suo talento e le occasioni che gli vennero offerte dalla vita.
Risposta al prof. Strinati (conferenza di novembre) con un critica garbata. Tito Troja non poteva essere un pittore di arte moderna, in questo senso il prof. Strinati ha fatto un paragone improprio. Discussione che andrebbe ripresa in un altro momento mediante un confronto con il prof. Strinati.
Accademia di S.Luca, attualmente chiusa perché sembra che ci sia una vendita celata di quadri, una specie di scandalo.
I Nazareni ritorno all’arte religiosa.
I Puristi miravano ad innovare l’arte con l’aggiunta che doveva essere devozionale e educativa.
Differenza tra arte religiosa e arte sacra.
G. De Santis
Fonti: TITO TROJA Pittore valente di arte sacra
Film: Il tormento e l’ estasi. Film del 1965 diretto da Carol Reed