USA, Paese estero 02 giugno 2014

video Visita Univ Brescia al Mount Sinai- prof. Pecorelli

Creare un link tra la tragedia delle Torri Gemelle e la provincia di Brescia sembra un’ardua impresa. E’ quanto è riuscito a compiere il prof. Roberto G. Lucchini dell’Università di Brescia, che anni fa scoprì il legame tra le polveri rilasciate dalla caduta delle torri americane e la produzione di una parte importante della loro struttura proprio in una fabbrica della Val Camonica. Da qui l’idea di paragonare l’inquinamento polmonare di circa due ore dei sopravvissuti all’attacco alle Torri di New York con quello presente per decenni respirato dalla popolazione di quelle zone della Val Camonica. Un progetto che ha portato al coinvolgimento del Mount Sinai School, con lo scambio di competenze e ricercatori delle due istituzioni e la firma il 2 aprile scorso di un memorandum, ovvero di un Accordo Quadro, che si traduce in una serie di vantaggi innegabili per la struttura e i ricercatori, una collaborazione intensa e anche la possibilità di far partire progetti di ricerca, che possano portare anche fondi alle due realtà USA e di Brescia. Si è partiti da una collaborazione che riguarda l’aspetto tossicologico e polmonare per lo studio sulle Torri Gemelle e che ora si rinnova, toccando anche altre specialità, dalla cardiologia alla neurologia alla ginecologia. Il filo conduttore è la prevenzione. Questo grande progetto ha portato così una delegazione dell’Università di Brescia con in testa il rettore, prof. Sergio Pecorelli, ad un importante incontro con i vertici istituzionali e scientifici del Mt. Sinai, grandissima struttura privata con 40mila dipendenti, 7 ospedali ma che al tempo stesso che si prende cura del 65% dei pazienti pubblici coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. Una eco così importante che all’incontro ha partecipato anche il Ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, che si è detta entusiasta di questa iniziativa. «E’ stato un incontro molto bello con i ricercatori americani e italiani e in particolare con il presidente Kenneth L. Davis, una grande personalità nel campo della medicina e della neurodegenerazione, soprattutto nell’Alzheimer- commenta il prof. Pecorelli- il nostro progetto non si è fermato ad una mera lettera d’intenti ma in un qualcosa che funziona davvero e sta portando molti frutti. Sicuramente questo scambio di competenze e di reciproco riconoscimento di eccellenza tra le due strutture sarà replicato in altri Paesi».