Cleonimo di Sparta contro i Veneti – Festa dei Veneti – 1di2.
Festa dei Veneti evento organiazzato da Raixe Venete.
“Nello stesso anno una flotta greca agli ordini dello spartano Cleonimo approdò
sulle coste italiche, andando a occupare la città di Turie nel territorio dei Sallentini.
Fu inviato ad affrontarlo il console Emilio, che mise in fuga Cleonimo con un’unica
battaglia, costringendolo a trovare riparo sulle navi. Turie venne così restituita ai
suoi cittadini, e nel territorio sallentino ritornò la pace. In alcuni annali ho trovato
che a essere inviato tra i Sallentini fu il dittatore Giunio Bubulco, e che Cleonimo
lasciò l’Italia prima ancora che lo scontro coi Romani diventasse inevitabile. Dopo
aver doppiato il capo di Brindisi ed esser stati spinti dai venti in mezzo all’Adriatico,
temendo sulla sinistra le coste italiche prive di porti e sulla destra la presenza di
Illiri, Liburni e Istri (popoli bellicosi e di pessima fama perché dediti alla pirateria),
avanzarono fino alle coste abitate dai Veneti. Lì Cleonimo, dopo aver sbarcato
alcuni uomini col compito di esplorare la zona, ricevette queste informazioni:
che c’era una sottile striscia di terra oltre la quale si aprivano lagune
alimentate dall’acqua del mare; che si vedevano lì vicino campagne
pianeggianti e, poco oltre, colline; che inoltre avevano individuato la foce di
un fiume molto profondo dov’era possibile ormeggiare le navi in maniera
sicura – il fiume era il Meduaco -…. Allora Cleonimo ordinò di trasferire la flotta in
quella zona risalendo la corrente. Poiché il letto del fiume non permetteva il
passaggio delle navi più pesanti, la massa degli uomini armati si trasferì sulle
imbarcazioni più leggere e arrivò in una zona molto abitata, dov’erano stanziate tre
tribù marittime di Patavini. Sbarcati in quel punto, dopo aver lasciato una piccola
guarnigione di presidio alle navi, espugnarono i villaggi, incendiarono le abitazioni,
portarono via uomini e animali, allontanandosi sempre più dalle navi nella
prospettiva di ulteriore bottino.
Quando a Padova arrivò la notizia di ciò che stava succedendo, gli abitanti, costretti
a un perenne allarme dalla minaccia dei Galli, divisero le proprie forze in due
contingenti. Il primo si portò nella zona in cui erano stati segnalate le incursioni
nemiche, l’altro, seguendo un percorso diverso per non incontrare gli avversari, si
diresse invece verso il punto in cui erano ancorate le navi, a quattordici miglia dalla
città. Eliminati gli uomini di guardia con un attacco di sorpresa, si riversarono sulle
navi, costringendo i marinai a spostarle sulla sponda opposta del fiume. Anche lo
scontro sulla terraferma contro gli autori dei saccheggi ebbe esito positivo. E
mentre i Greci cercavano scampo in direzione delle navi, vennero affrontati
dall’altro contingente di Veneti, che li accerchiò e massacrò. Alcuni prigionieri
rivelarono che la flotta col re Cleonimo si trovava a tre miglia di distanza. Così,
dopo aver lasciato i prigionieri in un villaggio dei dintorni perché fossero sorvegliati,
i Patavini, imbarcandosi parte su battelli da fiume costruiti apposta col fondo piatto
per affrontare i bassi fondali delle lagune, e parte invece sulle imbarcazioni sottratte
ai Greci, raggiunsero la flotta nemica, circondandone le navi rimaste immobili per
paura del fondale sconosciuto più che del nemico. E mentre i Greci fuggivano verso
il largo senza nemmeno cercare di opporre resistenza, i Patavini li inseguirono fino
alla foce del fiume, e dopo aver strappato loro e incendiato alcune delle navi finite,
nella grande confusione, sui banchi di sabbia, rientrarono vincitori. Cleonimo se ne
partì con soltanto un quinto della flotta intatto, senza aver raccolto alcun risultato in
nessuna parte dell’Adriatico. …”
Tito Livio nel Capitolo II del libro X della “Storia di Roma”