A Lampedusa non appena il mare si calma riprendono gli sbarchi dei tunisini. Quando il loro numero diventa insostenibile per la piccola isola del mediterraneo e dopo il formale riconoscimento, vengono accompagnati alla nave di linea e inviati verso la terraferma.
A Porto Empedocle arrivano in decine, gli viene dato un sacchetto contenente un panino ed un frutto e con il foglio di via in mano – valido per sette giorni – vengono praticamente abbandonati sulla banchina del porto.
A quel punto, senza alcuna assistenza e senza alcuna informazione, si incamminano al buio sulla strada statale, con notevoli rischi per loro e per gli automobilisti di passaggio. Percorrono i circa 15 chilometri che li separano dal porto di Porto Empedocle alla stazione ferroviaria di Agrigento. Bivaccano li al freddo senza alcun controllo e senza alcuna assistenza per tutta la notte e all’alba prenderanno il primo treno che li condurrà a Palermo e poi in tutta l’Europa, nella loro inevitabile clandestinità.
Porto Empedocle 20-01-18 h 20,00
AGRIGENTO: CRONACA DI UNA DEPORTAZIONE POCO ASSISTITA
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