Il tragico preannunciato evento verificatosi lo scorso 30 agosto che ha portato al decesso del signor Caridi Pasquale ci porta a ritornare sull’argomento per sollecitare le Istituzione ad attivarsi con immediatezza a mettere in sicurezza la strada per Comunia e altri siti potenzialmente pericolosi ripetutamente segnalati dallo scrivente, affinché non si ripetono altre tragedie, di lutti nelle famiglie ce ne sono fin troppo. Se ci fosse stato il guard rail o altri sistemi di protezione l’auto non sarebbe finita nel dirupo.
Il malcontento imperversa a Reggio Calabria, le autorità sollecitano e chi di dovere fa orecchie da mercante. Avevamo previsto il crollo del muro di Bova Marina sulla Ss 106 e dopo due anni di continue segnalazioni si è verificato, solo per un caso senza danni alla circolazione stradale e a persone, avevamo segnalato il pericolo di ribaltamento sulla strada di Comunia ed in questo caso si è verificato. Ci verrebbe la voglia di non segnalare più per non sembrare uccelli di cattivo augurio, ma ciò non è possibile, c’è di mezzo “la VITA UMANA”, che va sempre difesa e protetta. E’ andata bene a Bova, tragicamente in questo caso. Dice un proverbio della cultura popolare italiana “non c’è due senza tre…e il quarto vien da se”” speriamo che non sia vero.
Punti di criticità da noi segnalati e risegnalati: fiumare, in particolare torrente Oliveto, Torrente Ferrina, Torrente Sant’Agata, scuole, cimitero di Lazzaro, inondazioni mareggiate costa reggina – Pellaro-Bocale-Lazzaro – Il terzo evento Ss 106 strada a scorrimento veloce e problematiche collaterali, semafori, rotatorie e Megalotto 5, se poi il quarto vien da se l’Aeroporto. La fiumara passa sotto la pista d’atterraggio dell’aeroporto di Reggio Calabria in zona R4 dove esiste possibilità di perdita di vite umane, e in i reggini appiedati e seduti per terra.
Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. In questo tragico caso, (evento Comunia), in termine di responsabilità civile e penale chi risponde. Mettere un nome in forma toponomastica come ha fatto il Comune di Motta San Giovanni senza avere la proprietà e senza avere verificato se la strada sia stata realizzata con i canoni di legge, ci riferiamo a pendenze e raggi di curvatura dei tornanti e tutto il resto che la legge prescrive per una strada comunale. Certo l’uso è pubblico e non c’è dubbio, visto i servizi cimitero, campo di calcio, isola ecologica, impianto compostaggio, discarica comunale rsu, proprietà rurali. Su eventi mortali nei tribunali sicuramente le discussioni tecnico/giuridiche sulle responsabilità della proprietà vanno inseguite come l’ombra di ogni essere che si muove sul globo terrestre. Vorremmo ricordare che al tempo del Ministro dei Lavori Pubblici Giacomo Mancini è stata legiferata in parlamento una legge che obbligava i Comuni ed Enti vari ad accatastare tutte queste strade costruite privatamente senza espropri e che comunque vanno inventariate e poste al patrimonio stradale comunale, affinché si possano usufruire di finanziamenti particolari per la messa a norma e l’inserimento nei piani urbanistici.
Nella richiesta del 7 marzo 2016 scrivevamo “E’ chiaro ed evidente che se la strada minaccia un pericolo, si assumeranno tutte le responsabilità in caso di una tragedia, peraltro annunciata, tutti coloro che sebbene avvistati non hanno provveduto ad adottare tutti gli interventi per evitare che l’evento accadesse”.
Vincenzo CREA
Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
e Referente unico dell’ANCADIC