Campobello Di Mazara (Sicilia) 27 giugno 2014

Campobello (TP): strage di Ustica, noi dovevamo esserci!

La sera di venerdì 27 giugno 1980 un aereo di linea, del tipo Douglas DC-9, della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall’Aeroporto di Bologna e diretto all’Aeroporto di Palermo, esplose in volo all’improvviso e cadde nel tratto di mare tra l’isola di Ustica e Palermo.
Nel tragico evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell’aereo.
Alle ore 20:08 , del 27 giugno 1980, il DC-9 decolla da Bologna diretto a Palermo con 113 minuti di ritardo.
L’ultimo contatto radio, tra i piloti dell’aereo e il controllore di Roma Controllo, avviene alle 20:59.
L’arrivo a “Punta Raisi” questo il nome dell’aeroporto di Palermo in quegli anni (oggi Falcone-Borsellino) era previsto per le 21:13; i familiari dei passeggeri aspettano felici i loro familiari, non vedono l’ora di poterli riabbracciare.

Il volo IH870, questa la sigla in codice dell’aereo, però non risponde ai richiami degli operatori della torre di controllo di Palermo. Anche l’operatore di Roma ripete a vuoto le sue chiamate; a chiamare i piloti dell’aereo dell’Itavia anche due voli dell’Air Malta che si trovavano in prossimità del velivolo.

Alle 21:25 il Comando del soccorso aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca e allerta il 15º Stormo a Ciampino.
Ore 21:50 l’aereo, dopo inutili ricerche, viene dato per disperso.
Si dovranno attendere le prime luci dell’alba perché, nei pressi di Ustica, si avvistino i primi detriti che galleggiano sulle sue acque leggermente increspate.

Da quel momento, col passare delle ore, cominciano ad affiorare altri detriti e i primi cadaveri dei passeggeri.

Ormai non ci sono più dubbi: il velivolo, o quel che ne rimane dopo l’esplosione, si è inabissato nel mar Tirreno, in un tratto di mare in cui la profondità supera i tremila metri.

Ricorda bene quella tragica nottata Pietro Manzo di Campobello di Mazara (Tp) che proprio quella sera, insieme alla sua piccola bambina e sua moglie che portava ancora in grembo suo figlio dice dalle pagine di facebook:
“Oggi ricorre il 34° anniversario della strage di Ustica, noi dovevamo esserci.
Per nostra fortuna non siamo più partiti. Mi dispiace per le vittime della strage, viaggiava in quel maledetto volo un nostro compaesano, Giovanni Norrito che doveva venire a Campobello per il giuramento di consigliere comunale.
Queste ricevute del 25/07/80 sono gli accrediti che l’Itavia doveva rimborsarmi, come si nota nelle ricevute Itavia ed era per i biglietti (per nostra fortuna) non utilizzati recante la data del 27/06/1980. Su quell’aereo dovevamo esserci il sottoscritto, Florinda che pagava il biglietto ridotto, perché bambina, e mia moglie Maria gravida di Angelo”.
Molti aspetti di questa disgrazia non sono ancora stati chiariti e rimangono ancora nel fumo torbido di una notte nera.

Coinvolgimento internazionale francese, libico e statunitense, cedimento strutturale o attentato terroristico con un ordigno esplosivo posizionato nella toilette o nella stiva fra i bagagli del velivolo?
Nel 2007, l’ex-presidente della Repubblica Cossiga, all’epoca della strage presidente del Consiglio, dichiarò – sollevando non pochi scandali per le sue ammissioni – che la responsabilità del disastro era da attribuire ad un missile francese destinato ad abbattere l’aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico Gheddafi e in volo segreto sui cieli italiani.

La conferma, da parte della Corte di Cassazione, arrivò molti anni dopo, dopo depistaggi, morti sospette del personale di controllo aereo di quella notte, e radar dichiarati spenti o mal funzionanti, con la condanna al pagamento di un risarcimento ai familiari delle vittime inflitta in sede civile ai ministeri dei trasporti e della difesa dal Tribunale di Palermo.
Queste ricevute della Compagnia aerea Itavia – che ormai costituiscono un pezzo di storia degli anni ottanta – Pietro Manzo le conserva, ancora, gelosamente e tutte le volte che ricorre il triste anniversario della tragedia non può, ovviamente, fare a meno di ricordarle.

I procedimenti penali per alto tradimento a carico di alcuni esponenti dei vertici militari italiani, cui si ascrisse che avrebbero ostacolato le indagini, si sono conclusi con l’assoluzione degli imputati.
La notizia è di oggi: dopo 34 anni la Francia ha deciso di collaborare all’inchiesta sulla strage di Ustica con le prime ammissioni: “i famosi caccia francesi – della base di Solenzara in Corsica – non tornarono a terra intorno alle 17, cioè quattro ore prima dell’esplosione del Dc9 Itavia come hanno sempre sostenuto ma volarono, invece, fino a tarda sera.
Alla compagnia Itavia il 12 dicembre 2980 fu revocata la licenza di operatore aereo.