Napoli (Campania) 23 febbraio 2016

Casavatore

Casavatore- Cimitero di Casoria-Arzano-Casavatore, in stallo l’intero consiglio per la mancata convocazione del consiglio: la vicenda finisce sul tavolo del Prefetto Gerarda Pantalone. Ancora nessuna revoca, ma solo una richiesta per l’annullamento dei contributi al servizio di vigilanza alle associazioni. Una tempesta in un bicchiere d’acqua e quello che tutti si aspettavano, causa forse la fretta di fare bene che diventa poi cattiva consigliera, si è materializzata proprio sugli atti di gestione. Ma andiamo per gradi. Il presidente del consiglio consortile cimiteriale dei comuni di Casoria-Arzano-Casavatore, nonostante i tanti comunicati, e la richiesta di sospensione e revoca della determina n.37 del 06 febbraio 2014, con la quale veniva indetta procedura di affidamento del servizio di vigilanza ecologico – territoriale ed assistenza all’utenza del cimitero consortile, ad un’associazione di protezione civile per la durata di anni due e la determina n.179 del 30 maggio 2014: l’atto rimane ancora legittimo in quanto, secondo le normative e le leggi vigenti, il neo eletto presidente non ha potere di revocare atti ( cosa possibile solo come comandante dei vigili nel medesimo settore), ma bensì proporre la revoca in autotutela all’intero consiglio consortile, visto che la determina non è stato un atto diretto del direttore, ma la conseguenza di un atto deliberativo dello stesso organismo consiliare sovrano a cui poi ha fatto seguito ad una regolare gara d’appalto. Insomma, Il Presidente Piricelli ha ribadito a mezzo missiva che il consorzio cimiteriale è Ente partecipato dai comuni di Casoria, Arzano e Casavatore e pertanto non può attivare procedure che vanno in contrasto con le norme, affidando un servizio di vigilanza ecologico territoriale ed assistenza all’utenza del cimitero consortile ad un’associazione senza scopo di lucro elargendo alla stessa un contributo. In effetti, l’associazione che detiene il servizio, non è un associazione di Guardia Ambientali, ma solo denominata tale in quanto iscritta semplicemente nell’albo delle associazioni di volontariato. Stessa identica cosa per quanto riguarda la delibera della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia, 226/2013/PAR del 21 maggio 2013, depositata in Segreteria il 30/05/2013 che secondo il presidente sarebbe stata esplicita in materia e che invece non sarebbe attuabile nel caso specifico. Insomma, tanta carne a cuocere ma al momento si evince solo tanto fumo. Inoltre, urge, secondo alcuni esponenti dell’assemblea, convocare il Consiglio Consortile affinché lo stato di “stallo” in cui versa il suddetto organo dall’insediamento del presidente possa finalmente trasformarsi in una politica costruttiva, in piena armonia con gli altri organi consortili; il tutto sempre ed esclusivamente nell’interesse della comunità consortile e per la formazione di atti gestionali nelle forme disciplinate dall’ordinamento consortile, così da eliminare procedure eventualmente non condivise.

Lorenzo Di Felice