Arzano (Campania) 13 novembre 2015

Arzano

Arzano – L’omelia di don Raffaele apostolo nel cuore della camorra: “bisogna riappropriarsi della Città. Un grazie ai commissari prefettizi per come hanno gestito l’emergenza sfollati di via Annunziata”. Un parroco senza peli sulla lingua che le cose di certo non le manda a dire. E’ giorno di festa, si omaggia il patrono di Arzano Sant’Agrippino, ma è anche giorno di preghiera. E di riflessione. La città si sveglia un po’ stordita, confusa e incerta. E in quell’occasione che Padre Raffaele affronta l’argomento ormai diventato tabù. L’ennesimo scioglimento per camorra. Parla a tutti. Alle Autorità militari e prefettizie presenti, ai politici a i più piccoli che gli siedono davanti e ai cittadini accorsi in massa per la festa patronale. Si impenna il parroco, accanto a lui gli altri prelati del paese. Proprio non ci sta a farsi scivolare addosso l’infamante onta caduta tra capo e collo della città conseguenza di un classe politica poca attenta e sprovveduta. E’ il culmine dell’omelia. E’ il momento dell’appello. E del rimprovero paterno: “Mi rivolgo ai più grandi, ai genitori alle autorità. Perché loro hanno un ruolo importante, formativo. A voi dico: non vi fate trascinare verso ragionamenti e reazioni che non sono da cristiani. E’ facile dire: abbiamo ragione noi. Forse qualcuno pensa di essere venuto a sentire la solita predica, ma io dal profondo del mio cuore vi invito a risvegliarvi dal torpore e riacquistare quel senso civico ormai perso, rispettando regole, leggi e perseguendo il vivere civile. Il mio appello lo rivolgo innanzitutto alle istituzioni e alla città perché bisogna rifondare alle radici questo paese tutti insieme”. Il parroco adesso è al centro della navata. Si rivolge al suo gregge che appare ancora più smarrito. Alza la voce, come un tuono: ” Lo dobbiamo sostenere con forza. Dobbiamo avere il coraggio di gridare e denunciare”. La chiesa è avvolta da un silenzio pesante. Molti muovono nervosi le gambe. Don Raffaele è stato chiarissimo. Ha colpito nel segno. E’ riuscito a scavare nell’animo della città ferita e confusa. “Non mi ero preparato alcuna omelia. Ho detto queste cose perché le sentivo. Perché mi sono state suggerite. Non da qualcuno tra voi. Ma da Dio. Potrò sembrarvi presuntuoso. Ma Dio, che assiste a quello che è accaduto, mi ha chiesto di dirle ai suoi figli”. In quella sede, un ringraziamento condiviso dagli altri parroci viene rivolto al Prefetto Umberto Cimmino e al vice Savina Macchiarella per come hanno gestito l’emergenza sfollati, interpretata forse troppo frettolosamente sulla scia emotiva come un atto forzoso nei confronti dei residenti e persone meno abbienti, ma che invece è stata solo la conseguenza del crollo di una parte della strada in via Annunziata che ha compromesso irreparabilmente alcuni palazzi. Palazzi vigilati dai Carabinieri della Tenenza locale contro i fenomeni di sciacallaggio. Un Comune che si è accollato anche le spese dell’albergo, e che ora sarebbe pronto anche ad anticipare alcuni pigioni pur di agevolare le famiglie a trovarsi altre sistemazioni. Anche il parroco Alessandro Overa, aveva messo a disposizione alcuni locali per tamponare le prime giornate calde, e che ora finalmente, aldilà degli aspetti umani, sembra stia ritornando alla normalità.

Giuseppe Bianco