Napoli (Campania) 22 ottobre 2015

Casoria

Casoria – Le “bacchettate” dell’Anticorruzione erano una bufala, il direttore Salvatore Graziuso presenta querele. Manomessi e trafugati documenti interni: è caccia alla talpa. Una storia dai contorni grotteschi, quella che sta emergendo dalle notizie pubblicate. Un polverone che alla fine si è dissolto non senza la presentazione di una querela nei confronti del giornalista di una importante testata regionale e dei presunti “trafugatori” di documenti interni. Fatti amministrativi risalenti al 2005, che Graziuso esplicita nella lettera inviata alle autorità e alla stampa. “In seguito all’articolo pubblicato su un noto quotidiano, ho dato mandato all’avv. Gennaro De Vita di querelare il giornalista (nonché direttore sanitario dell’ospedale di Casoria Maglione) e tutelare l’Ente da notizie distorte. Le notizie riportate nell’articolo sono prive di fondamento in quanto relative ad una questione dell’anno 2005, come indicato nella determina tutt’ora consultabile sull’albo pretorio on line dell’ente cimiteriale. Preciso che, con la medesima, in qualità di direttore consortile ho dato disposizione di eseguire il pagamento di euro 200 per l’omessa produzione del CEL relativo ai lavori di adeguamento ad uffici consortili dei locali siti sulla 1° zona a sx dell’anno 2005. È quindi evidente, che il sottoscritto essendo stato nominato in data 1 Marzo 2013 è del tutto estraneo alla vicenda. Inoltre, la questione riportata in modo confusionario ed erroneo, che ha addirittura scomodato il nome del grande magistrato ed attuale presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione dott. Raffaele Cantone, è frutto della manomissione di atti amministrativi. Al riguardo, per tale situazione grave, è stata fatta ulteriore denuncia contro ignoti. Sono arrabbiato e rammaricato per come, privi delle dovute informazioni, alcuni politici locali non fanno altro che criticare il mio operato. Bisognerebbe che si appellassero alle loro coscienze sociali e che pertanto fossero in grado di comprendere “l’agevole” gestione di quando l’ente era sprovvisto di un archivio o quando un loculo o cappella aveva un prezzo sproporzionato. Inutile e raccapricciante, poi, sarebbe soffermarsi su un’elencazione analitica delle disfunzioni amministrative e non, che ho potuto constatare. Preferisco confidare sul fatto che il mio operato sia ben visibile agli occhi dei cittadini.