Orta Di Atella (Campania) 15 settembre 2015

Orta di Atella

Orta di Atella – Orta come Roma, 1000 pagine per scoperchiare le contiguità mafiose. Sentito anche l’ex sindaco Angelo Brancaccio. Una mole di atti, con migliaia di allegati, sono stati consegnati direttamente nella mani del Prefetto di Caserta Arturo De Felice. Un voluminoso dossier ( che ha superato quello presentato dai commissari per la città di Roma) che sta letteralmente facendo tremare il palazzo, quello stilato dalla commissione d’Accesso coordinata dal Vice Prefetto Antonio Contarino che solo pochi mesi fa ha decretato a seguito dell’ accesso Antimafia, lo scioglimento del Comune di Arzano per infiltrazioni camorristiche. Quale incidenza, quale penetrazione, quali coinvolgimenti dei tentacoli del malaffare arrivano e son o penetrati fin dentro il Comune? A che livello? Cosa è scritto nella relazione e, soprattutto, chi sarebbero i circa 100 tra politici, dipendenti comunali, imprenditori e soggetti controindicati di grosso calibro i cui fascicoli sono finiti sul tavolo di De Felice? Per qualcuno si tratterebbe di una bomba ad orologeria che tra qui a qualche mese, dopo la convocazione del tavolo sull’Ordine Pubblico e la Sicurezza, verrà inviata con la richiesta del Prefetto al Ministero. Atti che verranno poi spulciati dalla diverse Procure e dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Dalla carte, almeno da quello che si intuisce dai volti preoccupati di amministratori ed ex politici, sarebbero emersi aspetti che tirerebbero in ballo le diverse forze politiche e consiglieri comunali. Si andrebbe dall’edilizia “legalizzata” in favore di amministratori, dipendenti comunali e loro parenti, e finanche dirigenti con ruoli apicali fino ad arrivare alle vere e proprie speculazioni edilizie che coinvolgerebbero imprenditori ritenuti vicino ad ambienti camorristici dei casalesi e delle potenti famiglie del giuglianese. Ma gli aspetti riguarderebbero anche piaceri e strane compravendite tra gli amministratori in carica all’epoca e non solo. Concorsi e assunzioni in favore di amici ed altre anche se operative, mai legittimate. Fatti gravi, che avrebbero messo in luce come il sistema ( se così si può definire), sarebbe stato tanto rodato da coinvolgere in una sorta di continuità infinita gli amministratori che come una sorta di matrioska, avrebbero avuto interessi in comune dentro e fuori dal territorio. Insomma, dalle carte emergerebbe uno spaccato inquietante che averebbe certificato come ad Orta il malaffare fosse tanto radicato da arrivare fin dentro il palazzo municipale. Sulla presenza della criminalità nel tessuto territoriale non vi sono dubbi: lo dicono gli ultimi arresti e le inchieste che hanno portato in carcere gli amministratori locali. Ma alla commissione d’Accesso non sarebbe sfuggito nulla.
Giu. Bia.