Arzano (Campania) 19 agosto 2015

Arzano

Arzano – Dopo lo scioglimento per camorra, scendono in campo le parrocchie per ricostruire dalle macerie lasciate dalla politica. “Il tessuto sociale, economico e morale della città e sfilacciato. Troppi interessi individuali”. Parole dure, quelle del parroco della chiesa dell’Annunziata, padre Raffaele D’Onofrio, ma che mettono in luce lo stato catatonico in cui è precipitata la città dopo il secondo scioglimento per camorra. Tasse alla stelle, disoccupazione record, inquinamento ambientale assenza di politiche giovanili e di punti di ritrovo per i giovani: Padre Raffaele D’Onofrio non ci sta a veder morire giorno dopo giorno la sua città. La Camorra dei colletti bianchi e della politica corrotta e non solo, oggi ad Arzano é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società. Essa riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi a singoli o a gruppi di pressione. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. In un paese allo sbando e ormai privo di riferimenti credibili, a scendere in campo e lanciare un appello all’unità, un umile pastore. Non un prete qualsiasi, uno che ad Arzano ci vive vi è cresciuto, e conosce le persone per nome e cognomi. ” Il “tessuto” sociale, economico e morale della Città si è sconnesso, sfilacciato, disarticolato”, precisa padre D’Onofrio. “Le cause si possono riconoscere nella carenza di progettualità, di disattenzioni ai valori, lasciando spazio all’ “utile-interesse” individuale, all’apparire e al arrivismo verso il potere. Le strutture sociali, sia per carenze di iniziative private sia pubbliche, sono carenti o scarse. L’imprenditorialità locale si esaurisce a livello di mediocre progettualità, il livello di impegno civile non è stimolato da sicuri e duraturi interventi formativi. E in tale vuoto operano solo deleteri interessi personali. Troppe sono le energie sommerse e virtuali della nostra popolazione e pertanto non riescono ad esprimersi e a concretizzarsi. Fare vera sinergia tra istituzioni religiose, educative e sociali potrebbe avviare finalmente un nuovo corso alla nostra Città”. Nei prossimi mesi nelle intenzioni delle parrocchie cittadine, tra cui quella di Sant’Agrippino con padre Luigi Bosso, anche una scuola per la dottrina sociale per la formazione di coloro che vogliono crescere nella formazione sociale e civile. ” La nostra missione pastorale ci deve convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi ancora più tagliente per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio. Il nostro impegno profetico e di denuncia del cittadino non deve e non può venire meno. Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa”.

Giuseppe Bianco