Napoli (Campania) 28 luglio 2014

Casavatore

Casavatore – Morta per un intervento di protesi all’anca, si indaga per omicidio colposo. Il Pm titolare delle indagini nomina un pool di esperti: si attende l’esito della perizia autoptica. Elodia Napolitano aveva 68 anni quando si è sottoposta a quell’intervento «di routine»: l’innesto di una protesi. Ora il suo unico figlio Francesco Annoni, assistito dal legale di fiducia, l’Avvocato Mario Angelino, chiede giustizia. La procura ha aperto un fascicolo nei confronti dei sanitari della clinica Santa Patrizia e del Vecchio Pellegrini. E’ Morta dopo un semplice intervento di ortoscopia nonostante risultasse non essere affetta da problemi impellenti alla cartilagine dell’anca sinistra. Un intervento programmato che dopo i vari accertamenti del caso, l’otto luglio scorso, ha portato al ricovero presso la Clinica Santa Patrizia a Secondigliano attraverso un banalissimo intervento chirurgico che avrebbe comportato l’applicazione di una protesi all’arto; analogamente a quanto verificatosi qualche anno prima allorquando la stessa Napolitano si sottopose al medesimo intervento riferito all’altro arto (gamba). Intervento che comportò solo qualche giorno di degenza. Ma qualcosa con molta probabilità non va per il verso giusto. Nella mattinata del giorno successivo, i sanitari che avevano effettuato l’intervento riscontrano una mancanza di circolazione nell’arto sul quale si era intervenuto chirurgicamente. Pertanto veniva immediatamente trasferita ospedale Vecchi Pellegrini dove sarà temporaneamente assistita nel pronto soccorso di quella struttura poiché, secondo quanto sarebbe emerso, la direzione non sarebbe stata avvisata in tempo al fine di predisporre un corretto ricovero. I sanitari del nosocomio, inoltre, avrebbero riscontrato delle incompletezze nella cartella clinica dovute alla mancanza di alcuni esami clinici di fondamentale importanza. Verso le ore 14 del pomeriggio, Elodia viene introdotta in sala operatoria al fine di effettuare un by pass dalla gamba destra a quella sinistra nel tentativo di ripristinare la circolazione sanguigna. A seguito dell’intervento, per mezzo del quale erano stati altresì rinvenuti tessuti che ostruivano l’arteria, la stessa veniva ricoverata in terapia intensiva con i valori del quadro clinico alterati. Ma i guai sembrano non finire mai per questa madre di famiglia. Il giorno seguente, infatti, i sanitari comunicano ai famigliari che la gamba risultava incancrenita e andava necessariamente amputata. Dopo l’intervento di amputazione, Elodia sarebbe stata ricoverata nuovamente in reparto e sottoposta ad esami del sangue che avrebbero fornito un quadro clinico notevolmente peggiorato accompagnato da un’insufficienza renale tanto da rendere necessaria la dialisi. Dopo essere stata sottoposta a dialisi e nuovamente ricoverata in terapia intensiva nella notte, la povera 68 enne, subirà un arresto cardiaco e nonostante l’intervento dei sanitari morirà nella tarda mattina dell’11 luglio. Sulla vicenda stanno indagando gli investigatori coordinati dal Dr. Amato ex Sostituto procuratore della D.D.A. di Napoli, il quale si è immediatamente attivato con tutti i mezzi, predisponendo una dettagliata perizia. Invero, il pubblico ministero ha voluto la presenza di più consulenti affinché si facesse luce sulla delicata vicenda; in particolare sono stati nominati: un medico legale, un anatomo-patologa, un chirurgo vascolare, un ortopedico. L’autopsia sul corpo della vittima sarà effettuata nei giorni scorsi, alla presenza del figlio Francesco assistito e dal legale Mario Angelino.

Giuseppe Bianco