Il Castrum di Sant’Antonino è un insediamento fortificato tardantico risalente al periodo bizantino ed è probabile che insista su un remoto castellaro dell’età del ferro. Semisepolti nel bosco si trovano i basamenti delle mura che sono poste solo a occidente e a settentrione perché sui lati meridionale e orientale vi era la protezione naturale delle pareti rocciose dell’altura, queste, pur avendo uno spessore esiguo, garantivano una sufficiente protezione perché l’impervietà dei luoghi impedivano l’uso di macchine d’assedio. All’interno dell’insediamento, si sono individuate alcune costruzioni con le fondamenta in muratura e il tetto in legno e paglia, al loro interno si sono stati trovati numerosi reperti archeologici tra cui: monete bizantine, ceramica pregiata anteriore al VII secolo proveniente dall’area cartaginese a testimonianza dei rapporti commerciali con varie aree del Mediterraneo. Tutti quanti questi reperti sono oggi conservati al museo archeologico di Finalborgo. Il primo documento che cita il “Castrum Perticae” è del 1162 in cui Federico Barbarosa investe Enrico I detto il “Guecio” della Marca del Finale. Questi, capostipite della casata dei Del Carretto, discendeva dal leggendario Aleramo di Sassonia ed era detto il guercio per aver perso un occhio in un combattimento mortale con un saraceno al quale aveva preso come trofeo un turbante colorato a strisce gialle e rosse. Questi colori compariranno poi nel suo stemma araldico. All’interno del Castrum si trova la chiesa di Sant’Antonino costruita a cavallo tra il X e l’XI secolo dedicata a un soldato romano martire il cui nome è collegato alla tradizione della Legione Tebana. E’ ad aula unica e pianta trapezoidale con la cripta ricavata dal dislivello del terreno verso est. Un terremoto ha fatto crollare, nel 1887, la facciata della chiesa che è stata ricostruita unitamente al lato sud. Dalla cripta della chiesa, semiscavata nella roccia, si scende in un cunicolo naturale, forse un tempo luogo di culto pagano, lungo una ventina di metri che termina in un pozzo verticale. Un’antica tradizione racconta che nella grotta sotto la cripta viveva un oracolo cui ci si rivolgeva per avere notizie dei congiunti lontani. Nel 1447 il Castrum di Sant’Antonino subì un gravoso assedio per poi essere abbandonato quando i marchesi Del Carretto scelsero, come sede del marchesato, l’altura del Becchignolo sopra Final Borgo e vi costruirono Castel Govone Si raggiunge l’abitato di Perti, staccandosi dalla strada che da Finale Ligure porta a Calice Ligure, lasciati i mezzi si scende alla località Casevalle per poi risalire in 20 minuti, attraverso lecceto mediterraneo, ai resti del castrum.
Coordinate Geografiche
44° 11’ 40”
08° 19’ 21”
h = 289 m./s.l.m.
Il castrum di Sant’Antonino di Perti nel comune di Finale Ligure
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