Palermo (Sicilia) 14 novembre 2017

IL CASO MATTIOLO E L’IMPRENDITORE C….

DIBA TT ITO news (acisos)
La verità, innanzitutto….

IL CASO MATTIOLO E L’IMPRENDITORE COGLIONE
Pubblicato il 14 novembre 2017
Corruzione, Giustizia, Mafia, Senza categoria
Basile, di matteo, GIOACCHINO MATTIOLO
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Un imprenditore di palle. Anzi. Di otto palle alla guisa dei dinosauri, riferisce al signor Gioacchino MATTIOLO che un padrone con sedici palle gli ordina di non assumerlo. Il signor Gioacchino chiede a otto palle, ne ha il diritto, chi fosse il dinosauro a sedici palle che gli avrebbe imposto di non assumerlo e l’otto palle risponde, con l’acidità che lo distingue giacché peraltro gli puzza l’alito, che se non avesse ubbidito agli ordini ricevuti un boss che spadroneggia in una città ad alto tasso mafioso gli avrebbe chiesto delucidazioni a chi? A otto palle! Giacché il signor Gioacchino sarebbe inserito nei servizi segreti, insomma la solita barzelletta fatta propria talvolta anche dalle Forze dell’Ordine e da qualche magistrato di Palermo, il boss afferma a otto palle che il destinatario dell’assunzione sarebbe soggetto pericoloso ragion per cui sarebbe un fantasma che si materializzasse quando andrebbe alla ricerca di latitanti e soprattutto avrebbe inciso notevolmente sul malaffare del boss per cui la mafia l’avrebbe eliminato. A chi? A Gioacchino! Insomma, l’imprenditore dall’alito puzzolente conferma al signor Gioacchino che essendo uno sbirro alla Petrosino avrebbe ricevuto pesanti pressioni affinché non provvedesse ad assumerlo. Addirittura otto palle riferisce al signor Gioacchino di stare sempre in allerta poiché nella locale dove agisce il boss ne sono tutti a conoscenza. Fin qui la cronaca rosa che distingue l’ombrello dall’alito puzzolente. Non contento, l’imprenditore con otto palle abbandona il boss e si concede molto stupidamente al maldestro tentativo di carpire dal signor Gioacchino se veramente facesse parte dei servizi quasi segreti poiché tale diceria aveva raggiunto tutti i paesi e le città dell’isola che fu di Crocetta e quindi molto stupidamente poneva domande come un ombrellino in grado d’intuire, ammesso che avesse il senso dell’intuizione, di scoprire se veramente fosse arruolato nei servizi quasi segreti. Otto palle s’inoltra nel buio senza luce e spara: che è stato per vent’anni nei servizi segretissimi senza considerare che i coglionelli quando vomitano cazzate fanno ridire anche lo scemo del paese. Brancolando nel buio afferma d’avere affrontato situazioni intricate che lo avrebbero portato all’apice della sua fantasiosa carriera di cretino. A tal punto d’affermare che avrebbe lavorato sotto le vesti di babbo natale al punto tale d’accumulare un quintale di stress sfociato in esaurimento quasi nervoso, e la pericolosa malattia diabetica tant’è che a suo dire sarebbe stato costretto a rinunciare all’appartenenza dell’intelligence da caprone. Evidentemente otto palle raccontava le favole per capire, ammesso che ne fosse capace, come facesse il signor Gioacchino a essere talmente preparato forse perché avrebbe ricevuto lezioni speciali sulle infiltrazioni nei meandri della malavita organizzata. Otto palle è un fiume di cogliomboli a tal punto da tracimare travolgendo con delicatezza il banco BASILE o se vi gusta la famiglia Pinocchio Basile. Pazzesco! Assurdo! L’imprenditore otto palle già agente dell’intelligence degli stolti, aziona una radio scanner vale a dire un rilevatore di microspie al fine d’eventualmente captare qualche segnale anomalo e di conseguenza rasserenarsi che il signor Gioacchino non lo stesse registrando poiché le coglionerie profferite hanno abbandonato il letto naturale del coglianobile senza rendersi conto che se avesse azionato qualsivoglia marchingegno non avrebbe potuto avere azione d’interferenza non escluso lo Jammer che otto palle dixit che avrebbe fatto azionare poiché il signor Gioacchino lo avrebbe potuto registrare.

SPUNTA IL PROCURATORE CAPO DI PALERMO

Il coglionello dice al suo interlocutore che alcuni amici lo avrebbero informato sulla vicinanza del dottor DI MATTEO al branco tant’è che il signor Gioacchino è costretto a smentirlo subito. Non è finita. Per scrivere sulla lavagnetta la sua mania di grandezza, dico di otto palle, aggiunge che un suo amico dei servizi di Palermo gli ha soffiato che il branco BASILE fosse tutelato addirittura dal PROCURATORE CAPO che addirittura lo protegge da querele e da eventuali indagini che avrebbe egli, il Procuratore, dovuto ordinare. E’ chiaro che il l’imprenditore è talmente coglione da non capire che proprio il Procuratore capo, scusatemi se mi ripeto, delega la P. G. alle indagini nei riguardi di personaggi che non rispettino le regole. Ed è talmente convinto che il coglionello è in ansia che potrebbero trasferire in altro distretto giudiziario il Procuratore poiché molti attendono il suo allontanamento in modo da far pagare al branco Basile tutte le sue nefandezze. Ritengo che la Proccura dovrebbe prendere atto su quanto da me scritto e provvedere di conseguenza.

Ora, fermiamoci almeno per oggi in modo da dare il tempo di riflettere alla Procura di Palermo e a me che conosco particolari che mi fanno pensare che coglionello possa in qualche modo confermare la circostanza delle trentacinque querelle depositate in Procura dal signor Gioacchino e delle quali non si ha traccia. A domani, figli della luna.

PRIMA PARTE.

Francesco Gangemi