Palermo (Sicilia) 29 maggio 2016

Gioacchino Mattiolo:Lettera al Ministro dell’Interno Angelino Alfano

MATTIOLO:LETTERA
AL MINISTRO DELL’INTERNO ALFANO

a cura di Francesco Gangemi
30 maggio 2016


Ill.mo Sig.

MINISTRO DELL’ INTERNO DEGLI INTERNI, ON. ANGELINO ALFANO

Il sottoscritto Mattiolo Gioacchino, nato a Palermo in data 15 dicembre 1973 ed ivi residente in Via Angelo Maiorana nr. 6, (c.f. MTTGCH73T15G273M), coniugato, disoccupato, reperibile all’utenza di telefonia mobile nr. 345/8285096, per le opportune valutazioni di competenza

ESPONE

La metto a conoscenza e La prego d’intervenire d’autorità, sull’atteggiamento che da anni, con un accanimento non indifferente, alcuni soggetti della Polizia di Stato di Palermo, agiscono nei miei riguardi. I quali, nonostante abbiano manipolato le indagini di notevole rilevanza penale a loro piacimento e compiacimento, per proteggere una famiglia di Palermo. Mi riferisco alla famiglia Basile, manipolatrice di settori lavorativi, millantano conoscenze in ogni settore istituzionale, compreso la sua Ministro Alfano. Mi riservo di riferire nelle competenti sedi giurisdizionali i fatti cui sono documentante. Mi dispiace, on. Alfano. Costatare che alcuni funzionari, dirigenti e poliziotti calpestano la giustizia come se la stessa fosse cosa loro, infischiandosene delle tante interpellanze parlamentari e indagini a loro carico. I signori tutori della legge al posto di fare indagini di una certa entità, mi calunniano screditandomi, così rovinando la mia immagine e reputazione, a tal punto che sono stato etichettato, per il timore che io possa scoperchiare il pentolone delle connivenze, un millantatore. In tal modo, a loro modo d’operare, nessuno possa darmi retta. Qui mi torna in mente la storia dell’ “UOMO DI VETRO”, tratto dal FILM di Leonardo Vitale. L’uomo che non era creduto perché scomodo ad alcuni personaggi. Solo dopo la sua morte, saltò fuori che quanto riferito agli organi inquirenti fosse di grande rilevanza penale. Allora, on. Alfano. Lo stesso metodo attuano nei miei confronti. Tale comportamento certamente non degno di chi indossa la tanta stimata divisa, e ancor più al fine di favorire gli amici degli amici. Ci tengo a precisare che sono una ex Guardia Particolare Giurata, con esperienza ventennale, PLURIENCOMIATA DALLE VARIE FORZE DI POLIZIA, con un curriculum di tutto rispetto, e che a causa della spocchiosa famiglia Basile, ahimè sono entrato in un vortice particolarmente pericoloso per la mia vita e della mia famiglia.
In data 18 Gennaio 2016, telefonicamente un ispettore della Polizia di Stato, tale Candido, mi chiede se io fossi il signor Mattiolo e se avessi scritto una lettera al CAPO DELLO STATO.
Mi convoca, sempre dietro invito telefonico e non cartaceo per come di solito avviene, come se io fossi un amico del telefonista, per il giorno 20 Gennaio 2016. Mi presento nel suo ufficio e invece di sottopormi la lettera del funzionario del Quirinale, mi chiede cosa io abbia scritto al Capo dello Stato, assumendo comportamenti e utilizzando una fraseologia non consoni al ruolo di un ispettore. Per i fatti che si sono venuti a configurare nell’incontro avuto, ancora una volta manipolato per tutelare qualche amico, Le faccio presente, on. Alfano, che sono stato costretto, mio malgrado, a formalizzata regolare denuncia a carico del poliziotto, ben dettagliata, alle autorità competenti per territorio. Il qualificatosi ispettore, signor Ministro, s’è lasciato andare a battute del tipo: GIÀ LEI È NOTO AL PERSONALE COME UNO DI POCA ATTENDIBILITÀ, QUINDI NON VERRÀ ASCOLTATO. Certo, tant’è la preoccupazione di questi poliziotti che ogni occasione è buona per screditarmi. Signor Ministro, se vuole e se può, INTERVENGA D’AUTORITA’ PER INFONDERE FIDUCIA NELLO Stato ai cittadini onesti e vessati. Sa perché, Ministro, poiché sono fermamente convinto che vi sia un accanimento non indifferente nei miei confronti, a causa delle mie legittime denunce nei riguardi di ”SOGGETTI POCO RACCOMNDAMIBLI”. Altro comportamento anomalo, è quello del Capo della locale Squadra Mobile di Palermo, a cui ho scritto per avere un incontro su fatti di cui i media hanno parlato giacché ho riconosciuto un personaggio mafioso. La risposta e’ sempre la stessa: ”POCO ATTENDIBILE”. Tengo a precisare, signor Ministro, che non ho nulla contro la POLIZIA DI STATO. Anzi al contrario. LA PREGO, ON. ALFANO, A FARMI CONVOCARE AL VIMINALE DA UNO DEI SUOI FUNZIONARI PRIMA CHE ELLA MI ABBIA SULLA COSCIENZA DI UOMO DELLO STATO.

Con OSSERVANZA

Gioacchino Mattiolo
23/01/2016