Bisogna fermarli. Si, bisogna bloccare la deriva distruttiva che sta demolendo la divisione dei poteri, massacrando il tessuto economico del Paese, devastando le vite di soggetti messi al bando per lustri e lustri e poi, magari, vederli riabilitati, logorando la stessa credibilità della Magistratura che dalle vicende ne esce letteralmente a pezzi, e non, come qualcuno pensa, rinforzata come baluardo della repressione e della legalità.
L’ultima in ordine cronologico è l’assoluzione dell’ex Ministro Calogero Mannino che, dopo essere stato ‘liberato’, circa tre anni fa, dall’accusa di “concorso esterno in associazione mafiosa”, vede riconosciuta la propria innocenza anche dall’accusa di “attentato a corpo politico dello Stato”, con la formula “per non aver commesso il fatto”. Reato, questo, usato dal PM Ingroia per continuare la “serie”, purtroppo non televisiva, del tiro al bersaglio di dirigenti politici e di alte sfere dei Carabinieri con il processo dei processi sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia che, con la sentenza emessa, dopo 22 anni di pene patite dall’ex ministro, è destinato a sgonfiarsi inesorabilmente.
Bruno Contrada è un altro esempio di accanimento giudiziario che ha portato il CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) a condannare l’Italia per non aver concesso gli arresti domiciliari ad un condannato, quasi ottantenne e gravemente malato, e successivamente per averlo condannato non solo per un reato che non esisteva nel Codice penale, ma anche perché l’accusa di “concorso esterno in associazione mafiosa non era sufficientemente chiara”. E intanto il servitore dello Stato, Bruno Contrada, ha avuto la sua razione di pene ventennali e giustamente chiede la revisione del processo istruito da Giancarlo Caselli.
Altre illuminanti perle. Queste nel sistema economico italiano. Quello che ha fatto più scalpore è stato l’arresto di Silvio Scaglia fondatore di Fastweb e primo utilizzatore della fibra ottica in Italia. Quando scattano le ordinanze di arresto Scaglia è all’estero e informato, due giorni dopo, atterra a Roma per essere interrogato ma all’aeroporto lo attende la Guardia di Finanza che lo accompagna al gabbio dove rimane per 80 giorni dopo i quali gli vengono concessi i domiciliari. Il suo calvario durerà per circa un anno. Poi l’assoluzione di quella che fu definita la “più colossale frode (2 miliardi di euro) posta in essere nella storia nazionale”.
Quindi l’arresto di Giuseppe Orsi, allora Presidente di Finmeccanica (40.000 dipendenti solo in Italia) che durerà per 83 giorni. L’inchiesta fa sfumare la vendita di 12 elicotteri (700 milioni di euro) che l’India non vuole più, mentre Orsi viene assolto. E Paolo Scaroni (ENI) che subisce la mannaia dell’accusa e viene inquisito per “corruzione internazionale”, per una presunta tangente di 198 milioni viene assolto anche lui. E’ recente l’indagine Unicredit che doveva andare lontano ma non ha superato la valutazione del Gup che ha tolto dal fuoco, già acceso, Fabrizio Palenzona. Senza parlare delle perle disseminate da Woodcoock e da de Magistris specializzati in flop.
Quel che però appare incredibile è la faciloneria e il cipiglio con i quali si aprono e si sviluppano le inchieste con magistrati che si sentono onnipotenti e si muovono con una leggerezza che rasenta la sconsideratezza quando sembra non badino né ai danni individuali che si causano n a quelli che si causano al tessuto economico del Paese, con l’aiuto che si dà ai concorrenti delle nostre produzioni. Senza parlare dei danni ai risparmiatori che con queste inchieste registrano forti perdite in Borsa.
Senza prove, com’è dimostrato dalle assoluzioni, bisogna andare cauti. Non comprendendolo da soli, però, è necessario fermarli. Devono intervenire urgentemente Mattarella, Parlamento, Governo, CSM per bloccare questa deriva, dando uno stop agli abusi di potere come il tenere in carcere Mario Mantovani con marchingegni vari (come il non deposito delle motivazioni di rigetto della richiesta di libertà), ostacolando il possibile ricorso in Cassazione da parte dei suoi difensori. Si, bisogna fermarli prima che questa deriva distrugga il nostro Paese.