Catania (Sicilia) 13 gennaio 2017

Abolizione delle province, una riforma nata morta

Il Governo Crocetta sempre più impantanato in mezzo al guado. Un guado melmoso dal quale non riesce a venir fuori, anzi, più si agita e più sprofonda nell’inconsistenza della sua azione politica.

Innumerevoli sono gli insuccessi della sua azione politica, che doveva essere, ricordiamolo, rinnovatrice nei metodi e nella sostanza.

Siamo a fine legislatura e un mucchio di macerie, in tutti i settori della vita economica e sociale dell’isola, contraddistingue il suo mandato.

Innumerevoli sono le conversioni a U operate dall’ineffabile Governatore siciliano.

Come non ricordare, per esempio, quella sul MOUS di Niscemi, a volerne dire una.

Adesso un’altra clamorosa inversione si profila, quella riguardante la Legge sull’abolizione delle Province regionali e l’istituzione delle Città metropolitane.

Ricordiamo ancora con quanta prosopopea il Nostro annunciò, durante una trasmissione televisiva, che la Sicilia sarebbe stata la prima Regione d’Italia ad abolire le province, anticipando così l’applicazione, rispetto al resto della Nazione, della cosiddetta Legge Delrio, che ne prevedeva, appunto, l’eliminazione.

Noi fummo da subito contrari a tale modifica, ritenendola inutile e, peggio, dannosa per l’economia politica dell’isola, per la gestione finanziaria, e, cosa non da poco, per la rappresentatività e la partecipazione popolare alla vita politica della Regione.

Crocetta, sordo a ogni sollecitazione in questo senso, smanioso di mostrarsi “Primo” tra tutti, procedette per la sua strada, emanò la legge e, di fatto, abolì le Province creando, in sostituzione, tre città metropolitane: Palermo, Catania, Messina.

Ma fatta la legge… il progetto non decollò mai.

Solo sulla carta si ebbe la trasformazione, che ebbe come effetto solo i Commissariamenti dei vecchi Enti e che si protraggono da circa quattro anni.

Nessun beneficio se n’è tratto, nessuna reale modifica ha apportato nemmeno nel “sentire” delle popolazioni le quali, diciamocelo, sono legate fortemente alla Provincia di appartenenza e mai accetteranno di sentirsi metropolizzati.

Un palermitano sarà sempre palermitano così come un catanese sarà sempre catanese, un messinese sarà sempre messinese e così via per tutte le aree socio-culturali che nelle nove province siciliane si riconoscono.

Sul piano dell’operatività va ricordato che la Sicilia, in materia di normativa elettorale, stante il suo status di Regione a Statuto Speciale, ha potere esclusivo, avrebbe potuto quindi deliberare in tutt’altro modo rispetto a quando voluto inopinatamente da Crocetta, il quale essendo Governatore dell’isola, avrebbe dovuto preservarne la specificità.

Adesso si pensa a un ritorno al passato, e lo si fa anche stavolta in modo confusionario e inappropriato, come d’altronde è nello stile del Governatore Crocetta.

Staremo a vedere cosa riuscirà a tirare fuori dal suo cappello magico, quel cappello magico da cui trasse tante vane promesse e giochi di prestigio per incantare, illudere, confondere, fregare l’elettorato siciliano nelle passate elezioni.

Siamo convinti che stavolta il giochetto non gli riuscirà.

Tante, troppe, le contraddizioni cui è andato incontro e nessuna delle promesse ha attuato.

Vale ricordare che la Mafia, che dichiarava di combattere non è stata minimamente scalfita dalla sua azione di governo, c’è poi la vicenda del MUOS di Niscemi, il più grande tradimento perpetrato nei confronti dei siciliani, in ultimo l’inconcludente e dannosa riforma delle province, cui, a testa bassa, pare si sia convinto a cercare di porre rimedio.

Il tempo stringe, Crocetta sa che tra breve sarà chiamato e rendicontare su questi e altri disastri da lui determinati negli anni di governo della regione Sicilia.

E’ cosciente, Crocetta, che il giudizio sarà negativo e sarà definitivo. Senza appello.

Ci libereremo presto della sua ingombrante presenza, e ridaremo ai siciliani la speranza di un futuro migliore con un governo fatto di uomini capaci guidati da un Governatore all’altezza del compito per capacità e onestà.

Le elezioni sono vicine, basta aspettare ancora per poco.

Mario Settineri

Coordinatore regionale MSFT