Catania (Sicilia) 12 dicembre 2016

Riflessioni sull’incarico a Gentiloni

Stavolta dissento!
No, mi dispiace ma stavolta dissento da quelli che, anche dal mio schieramento politico, criticano l’incarico affidato a Gentiloni per la sua poca personalità, per la sua dichiarata volontà di muoversi nell’alveo del Governo precedente in continuità col pensiero renziano, per il suo appiattimento sulle posizioni americane, per il suo essere un ex comunista trasmigrato in epoche divere in un po’ tutte le formazioni politiche, prima di accasarsi definitivamente (per adesso) nel PD.
Nel dissociarmi dalle critiche non intendo certo sposare la causa gentiloniana, anzi.
Ma rilevo che non sarebbe stato possibile per il Presidente Mattarella, ancorché ne avesse avuta la volontà, conferire l’incarico a un soggetto con caratteristiche diverse, forse qualcuna, ma non tutte.
Provare voi a trovare in Parlamento una personalità politica che non abbia tutte o almeno la maggior parte delle caratteristiche che sono proprie di Paolo Gentiloni. Non lo trovereste.
Il perché è semplice, dalla fine della Prima Repubblica c’è stato un continuo scadimento della classe politica italiana. Lento ma inesorabile l’appiattimento in basso ha toccato tutti i Partiti politici italiani a tal punto che se confrontassimo i Dirigenti dei partiti di ieri con quelli di oggi, noteremmo come ci sia un abisso di differenza tra i primi e i secondi.
I Capi di ieri si chiamavano Spadolini, Nenni, Andreotti, Moro, Pertini, Fanfani, Berlinguer, Malagodi, Saragat, De Mita, La Malfa, Craxi, non cito quelli del MSI, sarebbe troppo lungo l’elenco essendo la classe dirigente della Fiamma, nella quasi totalità, una spanna superiore anche a quelli citati pocanzi.
Guardiamo adesso chi rappresenta i partiti oggi: Schifani, Vendola, Salvini, Renzi, Meloni, Berlusconi, Grillo, Brunetta, Boschi, La Russa, Gentiloni, Gasparri, ecc.…
Se questa è la classe dirigente o, comunque, rappresentativa dei partiti e quindi del Parlamento italiano, atteso che, il Parlamento lungi dall’essere uno spaccato della società italiana è, invece, l’espressione delle componenti partitocratiche, va da se che il Presidente Mattarella, non avrebbe potuto in nessun caso trovare di meglio.
Allora il punto non è chi siede a Palazzo Chigi oggi, il punto è riformare la classe politica italiana.
Questo può avvenire solo con le elezioni, effettuate con il metodo proporzionale e le preferenze, nella speranza che il popolo sappia selezionare una nuova classe politica, di più alto profilo culturale.
Adesso non possiamo dolerci di questo Presidente del Consiglio incaricato.
Onestamente dobbiamo ammettere che era impossibile trovare di meglio.
Ma a questo Presidente del Consiglio dobbiamo chiedere una nuova legge elettorale, proporzionale, con il recupero delle preferenze, e subito dopo “costringerlo” alle dimissioni. Non c’è altra strada.
Se, invece, come chiede Grillo (che appartiene alla seconda lista, non scordiamolo), si andasse al voto subito, il nuovo Parlamento sarebbe la fotocopia di quello di oggi, magari cambierebbe il partito di maggioranza, ma la classe politica resterebbe la stessa.
Non è quello che vogliamo; non è quello che vuole il popolo italiano.
Il Movimento Sociale Ft che della politica ha una visione “altra”, vuole il rinnovamento della classe politica, sperando in un’elevazione del quoziente culturale e anche ideologico di chi, domani, dovrà sedere sugli scranni di Montecitorio.

Mario Settineri
Segreteria nazionale MSFT