Catania (Sicilia) 25 maggio 2016

Movimento Sociale FT – “NO” alla Riforma Costituzionale

In ordine alle riforme istituzionali oggi “sul tappeto” il MS Fiamma Tricolore esprime le proprie riserve quanto all’ulteriore decentramento alle Regioni di talune funzioni attualmente attribuite allo Stato (“devoluzione”), tanto più alla luce dell’esperienza negativa che ha visto, con l’attribuzione di nuovi poteri agli Enti Locali, il proliferare del clientelismo, degli incarichi retribuiti ad una pletora di collaboratori ed indefiniti amministratori, in sostanza un vergognoso moltiplicarsi di prebende e sprechi. Sanità ed istruzione devono essere amministrate dallo Stato con criteri d’interesse pubblico, nessuna comunità nazionale che voglia dirsi “civile” può (nel terzo millennio!) prescindere da determinate garanzie sociali, che non possono essere amministrate con criteri aziendali e di mercato.

Le Regioni, come enti amministrativi intermedi e la cui legislazione spesso collie con quella dello Stato e degli Enti Locali (comunali e provinciali), vanno profondamente riformate e limitate nelle loro competenze, se non addirittura eliminate.

La Fiamma Tricolore, a fronte di “pseudo-riforme” che il cosiddetto e consolidato sistema partitocratrico della rappresentanza, . Affiancare ad un sistema degli eletti in rappresentanza dei partiti politici, i. Attraverso un sistema duplice di voto,come oggi avviene per Camera e Senato. Si concreterebbe così quanto l dello Statuto del MSI, e ora del MSFT, prevede per la realizzazione dello

In tale prospettiva, la Fiamma Tricolore propone o primo ministro”o mentre il Presidente della Repubblica, capo dello Stato con funzioni rappresentative e di controllo, deve essere eletto dal Parlamento. Il “presidente del consiglio dei ministri” è eletto a maggioranza assoluta (quindi con eventuale ballottaggio) e rimane in carica cinque anni; in tale periodo la sua sostituzione non può avvenire, pertanto nel caso di crisi di governo è d’obbligo il ricorso ad elezioni anticipate.

I (parlamentari eletti dalle categorie del lavoro) composta di 400 membri -cosi’ come la Camera,- eletti con sistema proporzionale senza sbarramento ma con premio di maggioranza, in modo da garantire la governabilità alla coalizione vincente che appoggia uno dei candidati a “primo ministro”. A tal fine la maggioranza deve essere rappresentata, in ciascuna Camera, da almeno un totale di 230 parlamentari; i restanti 170 deputati sono attribuiti alle liste e coalizioni sconfitte, sempre con sistema proporzionale “puro”, senza sbarramenti. Le Camere hanno potere legislativo se a maggioranza approvano in seconda lettura quanto già approvato o emendato in prima lettura, da una o da entrambe le Camere.

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Ufficio Stampa
Movimento Sociale FT