Acireale (Sicilia) 17 maggio 2016

Ricordo di Cristoforo Filetti. (di Nando GAMBINO)

RICORDO DI CRISTOFORO FILETTI
Lo scrittore Tolkien, l’autore del “Signore degli Anelli”, fa dire ad un suo personaggio che “le radici profonde non gelano mai”. E dovettero essere veramente profonde le radici di Cristoforo Filetti se la sua lunga vita fu caratterizzata, senza sosta e senza tentennamenti, dalla coerenza e dal senso del dovere, sempre posto in primo piano. Scrivo Cristoforo Filetti, senza titolo alcuno, perché il titolo sarebbe riduttivo. La sua figura, infatti, deve essere tratteggiata nel suo insieme, che è l’insieme che scaturisce dalla sua veste di politico-parlamentare, di amministratore civico e di avvocato-giurista.
Nato il 2 settembre 1914 in Aci Catena e morto in Acireale il 18-4-2005, Cristoforo Filetti, negli anni difficili che vanno dal 1939 al 1943, ricoprì la carica di segretario politico del PNF acese. Per ben 36 anni fu capogruppo del MSI al Consiglio Comunale di Acireale; per sei legislature senatore della Repubblica, gruppo MSI –di cui fu anche Presidente-, e fu il primo sindaco di Acireale ad essere eletto a suffragio universale.
Questo mio scritto vuole limitarsi a considerare solo due aspetti della figura di Filetti. Come politico, Filetti fu uomo probo e super partes e come tale fu percepito dagli Acesi. E, infatti: a) quando, nel 1943 gli Inglesi entrarono in Acireale, Filetti non fu deportato perché nessuno degli Acesi, primi fra tutti gli antifascisti, lo accusò, seppure segretario del Fascio cittadino. Egli, del resto, interrogato dagli Inglesi su chi fossero i fascisti più esagitati, rispose: “Non ho nomi da fare. Non sono un delatore”. E’, questo, il primo evento in cui Acireale lo riconobbe espressamente come uomo onesto e non di parte; b) nel 1968, quando fu eletto per la prima volta al Senato della Repubblica, Acireale Centro, storica roccaforte della Democrazia Cristiana, non esitò a tributargli tanti voti da superare, sempre in Acireale Centro, perfino il famoso sen. Mario Scelba. Memorabile rimase il manifesto che svegliò l’orgoglio acese: “L’importato candidato, qual vampiro lo si sa, succhia voti e se ne va”. L’allusione era chiara a Mario Scelba, che era stato imposto dall’alto ad Acireale, ivi catalputato da altro collegio senatoriale. Fu un tripudio. Nell’urna i voti dei fascisti si mescolarono con quelli degli antifascisti. Gli Acesi non apposero la famosa crocetta sul simbolo della Fiamma Tricolore, ma in prossimità scrissero: “Filetti”. E Filetti fu senatore; c) sempre nella città roccaforte della D.C., Filetti nel 1994 si candidò a sindaco di Acireale. Per la prima volta si votava a suffragio universale. Venne eletto, nonostante il suo credo politico non fosse certamente quello della maggioranza. Ancora una volta, Acireale scelse l’uomo probo e super partes, oltre il colore politico. Come giurista, Cristoforo Filetti, dai banchi della opposizione si fece apprezzare anche dalla maggioranza e dagli studiosi del diritto. Due interventi vanno citati, tra i tanti: a) la eliminazione del reato di emissione di assegni a vuoto; b) la relazione di minoranza sul diritto di famiglia. I due interventi richiedono poco commento: con il primo provvedimento legislativo opportunamente si degradò a semplice illecito amministrativo il reato di assegni a vuoto, che aveva condotto in carcere anche chi non era stato in grado di potere onorare le proprie obbligazioni civilistiche; con il secondo intervento, si influenzò positivamente e fortemente la riforma del diritto di famiglia del 1975, come è testimoniato dalla ricorrente citazione della predetta relazione di minoranza nelle riviste specializzate giuridiche.
Brevemente, con questa mio scritto, ho ritenuto di rendere omaggio alla memoria di Cristoforo Filetti.
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Nando Gambino