Catania (Sicilia) 04 dicembre 2015

Noi, Salvini, Putin, l’Europa. (di Mario Settineri).-

Succede che per reazione a qualcosa che non va come noi vorremmo, ci si spinga a prendere posizioni in un senso che non è proprio quello che è più confacente al nostro disegno strategico. E questo è male.
Sta succedendo, nel nostro ambiente, che a causa del disgusto per la politica messa in atto dai partiti del Sistema, per naturale contrapposizione, si scelga di sostenere chi, Salvini, anche lui uomo di Regime, sbraita forte, impossessandosi in modo molto approssimativo dei nostri temi e delle nostre proposte politiche. Svilendole e riducendole a slogan razzisti, grezzi, privi si supporto culturale e strategico.
Fa specie vedere Camerati che, incapaci, forse, di analisi e progettualità proprie, seguono pedissequamente un personaggio di tale pochezza.
Per un errato processo d’identificazione si riconoscono nelle posizioni espresse da costui, senza capire la profonda differenza che c’è tra il nostro modo di affrontare e risolvere i problemi dell’Italia e la proposta tragicomica che proviene dalla Lega.
La stessa cosa avviene, purtroppo, per quanto riguarda la politica internazionale.
L’egemonia americana sugli scenari mondiali, l’esigenza di opporsi a questo straripante potere, che non è solo militare ma che è innanzitutto culturale ed economico, spinge tantissimi Camerati e italiani in genere a guardare a chi, allo stato attuale, sembra essere l’unico che abbia la volontà di limitare questo dominio. Si guarda a Putin e alla Russia. Lo si acclama come novello liberatore del mondo, alcuni lo vorrebbero Capo del Governo italiano.
Soliti isterismi dettati da analisi superficiali, tipici di certi italioti che rifiutano di comprendere l’essenza vera delle cose.
Certo il Putin di oggi non è quello che dirigeva uffici importanti del potentissimo KGB, il servizio segreto della Russia comunista.
Certo le geografie politiche di oggi non corrispondono a quelle di ieri, quando l’Unione Sovietica, con la sua atroce teoria comunista, rappresentava il più grande pericolo per i popoli di tutta la Terra.
Certo oggi Putin e la Russia hanno un ruolo importante nella lotta al mondialismo se non altro perché sostengono posizioni che salvaguardano alcune importanti soggettività Nazionali.
Tutto questo deve, comunque, farci vedere le cose nella giusta ottica. Putin rappresenta una Nazione che ha interessi strategici in tutto il Mondo, che ambisce a mantenere vivo il suo prestigio internazionale e che si muove, conseguentemente solo in difesa dei suoi interessi.
Oggi la strategia della Russia di Putin va in questa direzione, la contrapposizione, cioè, agli interessi americani nel mondo, domani potrebbero essere di nuovo alleati, lo sono stati in passato, quando le condizioni e gli interessi reciproci fossero altri.
Avere coscienza di ciò, anziché farci osannare Putin, ci dovrebbe portare a chiedere ancora una volta e con ancora maggior forza che sia l’Europa ad avere un ruolo.
Vediamo che Nazioni come la Francia, a seguito dei gravissimi fatti terroristici occorsole, la Gran Bretagna, per non dispiacere gli alleati-padroni americani, si stanno attivando nella lotta all’Isis, inviando uomini e mezzi in Siria.
Questo modo di procedere a noi non va bene. Non devono essere le singole Nazioni, anche e soprattutto sotto l’egida dell’ONU, ad intervenire militarmente o no. Noi vogliamo che sia l’Europa che elabori una sua strategia per quell’Area e la porti a compimento.
Non possiamo e non vogliamo che siano altri, la Russia o l’ONU, a fare le cose per noi.
Non abbiamo bisogno di Obama o di Putin. Abbiamo bisogno di un’Europa, che sia artefice del proprio destino.
Che si riconosca Nazione e che agisca di conseguenza sugli scenari internazionali.
Dovremmo smetterla, noi Missini per primi, di rincorrere il “salvatore” di turno, in “casa” come all’estero. Convincerci della forza delle nostre posizioni e portarle avanti con orgoglio e determinazione.

Mario Settineri
Responsabile Politiche Mediterranee MSFT