Torino (Piemonte) 11 maggio 2016

OMICIDIO DI STATO

ENNESIMO OMICIDIO DI STATO.
San Carlo Canavese 11 Maggio 2016
Si terranno domani i funerali di Salvatore l’uomo 37 enne scomparso nella notte di Domenica 8 Maggio, poi il feretro verrà tumulato nel cimitero di Gioiosa Ionica in Calabria, paese natio di Salvatore dove vivono i suoi genitori.
A parlare di questa ennesima tragedia, è la moglie di Salvatore, Mara stessa età, si sono conosciuti 14 anni fa,e dopo un solo anno di fidanzamento subito il matrimonio e la nascita di Rocco e Davide.
Una vita tranquilla e umile fatta di sacrifici e molti stenti ,ma sempre portata avanti con dignità e duro lavoro, anche se con l’arrivo della crisi Salvatore pativa molto, ma allo stesso tempo, sapeva mascherare molto bene questo malessere, e mentre la moglie era impegnata nel lavoro, lui stesso si occupava dei figli e delle mansioni quotidiane di casa.
Ma negli ultimi mesi però qualcosa si è rotto e Salvatore dopo aver sempre fatto il serramentista e poi aver aperto una macelleria conseguentemente chiusa per la crisi, non era più lo stesso.
Quella miriade di raccomandate di Equitalia per un debito da 40.000 euro e la continua disperata ricerca di un lavoro facendo domande ovunque,e dove ovunque è rimasto indifferente.
L’ultima speranza, l’ultimo raggio di sole però è arrivato venerdì quando Salvatore viene chiamato per una prova di due giorni da una macelleria di Torino. Poi, il silenzio assoluto interpretato come un fallimento.
Domenica 8 maggio mentre tutti festeggiavano la festa della mamma, Salvatore ha atteso che la moglie e i bimbi andassero a dormire e preso dallo sconforto più assoluto, perseguitato da quei maledetti debiti, e forse, frastornato per l’ennesimo rifiuto lavorativo, ha preso carta e penna, poche righe “Mara ti amo, figli miei vi amo”. Si è chiuso nel suo silenzio e nella sua disperazione, e senza far troppo rumore, ha stretto con se la foto di moglie e figli, ha chiuso la porta del garage alle sue spalle, e rivolgendo il viso verso la camera di Rocco e Davide, ha dato un calcio a questa vita che per lui oramai era diventata un peso, un ossessione una vergogna.
Francesco Vivenza