La storia dell’ultima strega condannata dal Sant’ Uffizio, Anna Goeldi , magistralmente interpretata da Valeria Monetti e del suo giudice accusatore interpretato altrettanto superbamente da Cristian Ruiz, riesce ad arrivare al pubblico in modo diretto, immediato, coinvolgente fin dai primi minuti.
La storia si interscambia tra antico ( ambientata nel 1782 a Glarona) e moderno dove due giornalisti
Alessandro Tirocchi e Maurizio Paniconi (Colorado, Radio Globo/M100) nel ruolo dei giornalisti decidono di far rivivere la tragica vicenda di Anna Goeldi, a cui fa da sfondo una comunità culturalmente arretrata e superstiziosa, dove la sola invidia bastava a far condannare al rogo una persona innocente. Andrea Palotto (“Lady Oscar”, “Non abbiate paura”, “Processo a Pinocchio”…) e Marco Spatuzzi (creatore delle musiche) riescono nell’impresa di non far predominare lo spirito moderno da commedia con la tragicità della storia. Rischio che avrebbe potuto far perdere la magica atmosfera che proietta lo spettatore in un periodo oscuro di medievale memoria, sapientemente ricreato grazie ad un’ottima scenografia girevole, dosati effetti luce e sonori. Discorso a parte merita, appunto, la colonna sonora del musical (suonata, in alcuni casi, dal vivo), i cui testi abbinati ad arrangiamenti accattivanti, aiutano in maniera naturale lo spettatore a seguire lo sviluppo della storia ed ad emozionarlo nei momenti topici del musical. Tra gli attori è doveroso sottolineare le ottime interpretazioni di Simone Colombari e Lorenzo Gioielli e di Mikol Barletta, Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi e Giulio Corso, oltre ad un buon numero di figuranti/attori dalle calibrate doti vocali. Così come è palese che il pubblico abbia decretato il successo del musical è importante parimenti sottolineare che la produzione è accurata e non lascia spazio a nessuna incertezza. In definita possiamo definire “L’ultima strega” un musical che , se fosse messo in scena a Londra, le repliche potrebbero essere davvero protratte molto di più della settimana concessa dal Brancaccio di Roma.
Angelo Antonucci