Preoccupanti le dichiarazioni emerge dopo aver ascoltato a Cosenza circa trecento ragazzi tra i 12 e i 14 anni
Il 42% dei ragazzini delle scuole medie di Cosenza ha risposto positivamente almeno a due domande del questionario somministrato sui comportamenti a rischio per anoressia e bulimia. Un dato che rileverebbe la probabile manifestazione di sintomi di disturbi alimentari (provare conati di vomito perché insopportabilmente pieni, la preoccupazione per la perdita di controllo sulla quantità di cibo ingerita, la perdita di più di 6 chili di peso in circa 3 mesi, il ritenersi grassi anche quando gli altri li ritengono eccessivamente magri ed il riconoscere che il cibo domina la propria vita). E’ quanto emerge dallo studio condotto dal centro Ippocampo, nutrizionista Achiropita Curti, psicologa Angelo Funaro, finanziato dall’amministrazione comunale di Cosenza ( settore educazione, dirigente Mario Campanella) e presentato questa mattina nella sala Quintieri del Teatro Rendano. Lo studio è durato sette mesi ed è stato fortemente voluto dal sindaco Mario Occhiuto. Cosenza, secondo i dati diffusi da Legamabiente, è la diciassettesima città italiana, la prima del Sud, per servizi alle scuole.
Il campione su cui si è lavorato ha riguardato 285 studenti delle classi di terza media, di età compresa fra i 12 e i 14 anni. A loro sono stati somministrati: una scheda anagrafica attraverso la quale sono state rilevati peso e altezza, BMI, composizione del nucleo familiare, sport, cibi preferiti e bevande; una scheda riguardante come e con chi i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo, le abitudini più frequenti (l’ora in cui vanno a letto e le abitudini relative al fumo e all’uso di sostanze alcoliche). I ragazzini sono poi stati sottoposti a test come l’Orto 15 che con alcune domande misura l’ossessione per il cibo sano.