Firenze (Toscana) 11 marzo 2024

Archivi, MiC acquisisce nuove testimonianze di Croce e D’Annunzio

Il patrimonio degli Archivi di Stato si arricchisce di nuove importanti acquisizioni. Nel corso dell’asta svoltasi il 6 marzo a Firenze, la Direzione generale Archivi ha acquistato cinque lotti di preziosi documenti, testimonianze di due delle massime figure della Cultura Italiana.
La prima: un importante corpus epistolare di Benedetto Croce e Adele Rossi Croce. Si tratta di tredici lettere autografe e tre dattiloscritte inviate a Tammaro De Marinis (1878-1969) e alla moglie Clelia Zucchini. Il carteggio copre il periodo compreso tra dagli anni ’10 e gli anni ’50 del XX secolo, offrendo un’ulteriore e intima testimonianza del forte sodalizio esistente tra il filosofo e De Marinis, prestigioso mercante di codici e libri antichi, il più raffinato bibliofilo del Novecento. Le lettere componenti il lotto acquistato dalla Direzione generale Archivi costituiscono un ulteriore e significativo tassello per la ricostruzione della biografia crociana e arricchiscono il copioso epistolario finora noto ed edito a cura dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici.
Nella stessa asta è stato inoltre acquistato un nucleo di autografi di Gabriele D’Annunzio. Si tratta del testo del discorso letto dal d’Annunzio l’11 maggio 1902 all’Hotel de la Ville di Trieste, dove il poeta alloggiava con Eleonora Duse, in occasione di un banchetto organizzato in loro onore. Il testo venne pubblicato da “Il Piccolo” e l’autografo regalato la sera stessa a Francesco Salata (1876-1944), al quale sono indirizzate le altre lettere autografe, datate 1-2 settembre 1917 e 31 agosto 1918.
La figura del Salata, profondo conoscitore degli archivi e autorevole esponente della corrente storiografica istriana impegnata nella difesa del carattere italiano della regione, si caratterizza per il suo impegno nelle attività del Segretariato generale per gli affari civili presso il Comando supremo dell’esercito, a partire dal 1915 fino al conflitto ultimato, operando in stretto contatto con Agostino D’Adamo e Salvatore Barzilai, fino a essere nominato nel 1917 consigliere di Vittorio Emanuele Orlando, presidente del Consiglio.