Roma (Lazio) 15 novembre 2018

Baobab sgomberato e Pucciarelli ai diritti umani: è arrivato l’Ordine delle Ruspe

Quando il ministro Salvini parla di ruspe non si può evitare l’impressione che lo pervada una gioia infantile, simile a un bambino che finalmente, armato di un’escavatrice giocattolo, possa abbattere mattoncini Lego, formiche nell’erba, costruzioni di sabbia. Con la sua innocua e virile connotazione agricolo-edile, la parola ruspa – diventata metafora, pars pro toto e, in tempo di social, hashtag – rimanda a manovali, contadini e altri pragmatici uomini della terra, oltre che a ometti già educati all’appartenenza di genere. Ma nella facilità con cui è entrata nel dibattito politico e mediatico si intravedono le macerie in cui il suo continuo utilizzo può ridurre la nostra convivenza civile, oscurando il fatto che si parla di esseri umani.

La risposta del ministro degli Interni all’abbandono sociale consiste in sgomberi e invii di ruspe scortate dalla polizia, così da poter giocare alla guerra contro i derelitti, i senza nulla, privati non solo di un riparo e delle poche cose che alleviano l’esistenza – un materasso, una giacca a vento – ma del sostegno di quei pochi volontari che ancora danno loro aiuto in vece dello Stato, come è stato ieri per il Baobab di Roma.