Repubblica Ceca, Paese estero 14 giugno 2019

Dalla rinascita nazionale, al socialismo della speranza, al disincanto 1919-2019

La prestigiosa sede istituzionale dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga ha fatto da cornice all’incontro storico-culturale avente come tema “Dalla rinascita nazionale, al socialismo della speranza, al disincanto 1919-2019”. La proposta in argomento ha registrato la partecipazione di eccellenze del mondo accademico, sia italiano che boemo. A tale iniziativa hanno partecipato Sante Cruciani (Università della Tuscia – Viterbo), Pavel Helan (Università di Carlo IV- Praga), Antonín Kosík (Istituto di Filosofia dell’Accademia delle Scienze – Praga), lo storico Francesco Leoncini, considerato il maggior studioso italiano di storia ceco-slovacca e autorevole interprete della realtà politica e sociale della Mitteleuropa. Dopo i saluti da parte del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga Giovanni Sciola, i lavori della tavola rotonda sono stati coordinati dal prof. Francesco Leoncini, che tra l’altro ha affrontato in diversi seminari tali tematiche che sono state frutto di approfondite indagini durante il suo periodo di docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia durante nei corsi di Storia dei Paesi Slavi e Storia dell’Europa Centrale. A tale discussione ha fatto parte anche una realtà del mondo dell’associazionismo, nello specifico Gianni Aiello (presidente del Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria che ha illustrato all’uditorio come le vicende praghesi venivano riportate sui mass media locali e conseguentemente le reazioni dell’opinione pubblica. Nel corso del dibattito sono stati evidenziati anche l’importanza intellettuale e politica di Alexander Dubček, tra l’altro evidenziato nel recente volume “Dubček ed un’analisi socio-economica, a cura di Valentina Fava (Istituto di Filosofia dell’Accademia delle Scienze – Praga), sulla classe operaia e dirigenziale della Škoda. Il socialismo della speranza” dello stesso Leoncini che ne delinea nuovi aspetti su tale figura ma anche di quella Praga che fu importante crocevia di figure politiche e del mondo accademico e culturale poco inclini alle linee guida che provenivano dal Cremlino.