Il 23 febbraio 1887, precisamente 130 anni fa, un violentissimo terremoto colpì Diano Marina, devastando principalmente molti comuni dell’imperiese, in Liguria. In realtà, gli effetti della potente scossa, che ebbe una magnitudo stimata intorno a 6.5 della scala Richter, si ripercossero non solo nell’attuale provincia d’Imperia, ma anche in alcuni comuni del savonese ad est, fino alla regione sudorientale della Provenza Francese e il piccolo Stato di Monaco ad ovest. Il sisma fu preceduto in mattinata da diverse scosse, la prima alle 6,21, che mise in allerta i cittadini delle località più vicine all’epicentro, i quali si riversarono per le strade.
Alcuni altri, invece, si riunirono in luoghi pubblici di culto per scongiurare eventi più violenti, come a Bajardo, dove almeno 300 persone s’incontrarono in chiesa per pregare. A quell’ora buona parte della religiosa popolazione si trova in chiesa per seguire la messa. In soli venti secondi il sisma provoca morti e danni ingentissimi: fa crollare la volta della gremita chiesa, e la quasi totalità delle abitazioni della parte alta del villaggio vengono distrutte, seppellendo centinaia di persone.
I sopravvissuti decidono dapprima di accamparsi nella zona bassa del paese, in attesa di capire se sia possibile recuperare in qualche modo le costruzioni meno lesionate e ricostruire le abitazioni crollate.
Le scosse perdurarono per circa un anno e gli abitanti si trasferirono in baracche provvisorie, tuttavia un’apposita commissione istituita per verificare la fattibilità della ricostruzione stabilisce che sia molto più sicuro abbandonare il borgo per ricostruirlo più a valle, anche perché viene presentata la situazione molto più tragica di quanto in realtà non sia, probabilmente per fini legati a speculazioni immobiliari.
La maggior parte della popolazione è contraria a questa scelta, in quanto vorrebbe ampliare il borgo originario e sostituire le costruzioni più malandate, tuttavia il vivo ricordo del terremoto e le imposizioni delle autorità convincono la popolazione a fondare il paese di Bussana Nuova, nell’area già nota come Capo Marine.
Nel 1889 viene posta la prima pietra del municipio di Bussana Nuova, e nel 1894 i bussanesi abbandonano definitivamente il borgo originario, celebrando l’ultima messa nella domenica delle Palme. Il paese, da quel momento, verrà chiamato “Bussana Vecchia”. Fino agli anni quaranta del Novecento Bussana Vecchia viene sfruttata come deposito a buon mercato di materiale da costruzione; tuttavia dopo la Seconda guerra mondiale alcune famiglie di immigrati dal sud Italia cercano di stanziarsi nel luogo. L’amministrazione sanremese, da cui nel frattempo Bussana dipende, fa di tutto per allontanare tali persone dal luogo, tanto che viene imposta la distruzione forzata di tutte le abitazioni ancora parzialmente agibili.
Però è solo dalla fine degli anni cinquanta che alcuni artisti scoprono il villaggio e decidono di stabilirvisi: è un meraviglioso luogo di ispirazione, e può servire a fondare una comunità artistica ideale. Il 23 febbraio del 2017 ricorrà il 130° anniversario del sisma che ha colpito tutti i comuni della provincia di Imperia. Ancora oggi vengono rilevate piccole scosse sismiche, essendo la Liguria una zona a particolare rischio sismico.
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https://archive.org/details/ilterremotodeli00issegoog