A Napoli i festeggiamenti avvengono nella zona intorno al borgo di Sant’Antonio Abate, cosiddetto per la presenza della chiesa omonima; il rione si trova nella zona di Via Foria ed è chiamato dai Napoletani ” ‘o Buvero ‘e Sant’Antuono” o più semplicemente ” ‘o buvero”.
Il 17 Gennaio, festa del Santo, dalle prime luci dell’alba, si assiste ad una sorta di processione di persone provenienti da tutta la provincia, intenzionate a far benedire se stessi e gli animali: cavalli da traino, somari, pecore, animali domestici da cortile, come conigli, cani, gatti, galline e in modo particolare il maiale (‘ò Puorcò per i Napoletani) animale di cui il santo era innamorato (detto napoletano “Sant”Antuòn s”annammuraiè r”ò Puorcò”) usato per invidia quando una donna brutta viene corteggiata da un uomo bello.
Il momento più suggestivo della festa è la sera, quando si accendono i Falò di Sant’Antuono e le bancarelle, numerosissime si cimentano nella vendita dei taralli.
I taralli sono una sorta di ciambella di diversi gusti e dimensioni: grandi come una graffa, morbidi e più piccoli, duri, “nasprati” bianchi o al cioccolato.
Quelli più richiesti restano i bianchi, che uniti da un cordoncino formano la “collana e Sant’Antuono” posta al collo degli animali prima di essere benedetti.