Sarà una giornata di rievocazioni, quella di domenica 21 gennaio, a Camerata Nuova, paese montano del Parco dei Simbruini, al confine con l’Abruzzo. Per iniziativa di Pro Loco e Comune, verrà ricordato, attraverso due diversi momenti, l’episodio del vasto incendio che il 9 gennaio del 1859 distrusse l’antico borgo: in mattinata, con un’assemblea pubblica nella sala consiliare del Comune, e nel pomeriggio, con lo svolgimento della tradizionale “Braciolata” , caratterizzata dall’allestimento in Piazza Roma di una grande graticola sulla quale verrà cotta ed offerta ai visitatori carne proveniente dagli allevamenti di bestiame della montagna detta di “Campo Secco”. Era, dunque, il primo pomeriggio del 9 gennaio di 159 anni fa, quando dal camino della casa di Simone Pelosi, abitata in quel periodo dalla famiglia di Antonio Galeri, uscirono alcune scintille di fuoco. Trasportate dl forte vento che soffiava dalla vicina Marsica, le scintille si propagarono rapidamente ai tetti in legno delle vicine abitazioni, estendendosi in breve tempo a tutto il paese, tanto che a nulla valsero i tentativi degli abitanti di Camerata e dei militari della locale gendarmeria di spegnere le fiamme. Avvenne così che, mentre 6 persone perdevano la vita, altre trovarono rifugio nella chiesa di Santa Croce, mentre il parroco del paese, don Fiori, e una novantina di parrocchiani raggiunsero il poco distante comune di Rocca di Botte. Ci vollero parecchie ore prima che l’ultimo focolaio dell’incendio fosse spento. Tornata la calma, i “cammoratani” affrontarono il primo e più importante problema: quello cioè del luogo dove trasferirsi. La scelta cadde su una pianura sottostante, dove in poco tempo e con il contributo determinante di Papa Pio IX fu costruito il nuovo paese, al quale venne dato, appunto, il nome di Camerata Nuova.
(Fabrizio Lollobrigida)
1859, quando un incendio distrusse il vecchio borgo
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