Sono passati 32 anni dal 26 aprile 1983, giorno in cui undici ragazzi del quartiere Arenella di Napoli persero la vita nella galleria del “Melarancio”, sull’autostrada A/1, nei pressi dell’uscita Firenze Certosa. Andavano in gita verso il lago di Gada, e per molti era la prima volta. L’autobus, partito dalla scuola media “Nicolardi”, portava 48 studenti e 3 accompagnatori. Nella galleria “maledetta”, il drammatico incidente, lo scontro con un autoarticolato che trasportava in maniera irregolare un enorme tubo d’acciaio. Il tubo sporgeva troppo, e squarciò come una scatoletta di tonno la fiancata dell’autobus dei ragazzi. Il processo, qualche condanna, e poi rimorsi e rimpianti. L’Italia si commosse, Napoli si fermò nel giorno dei funerali collettivi allo stadio “Collana”. Un silenzio irreale. Le immagini del corteo funebre con le undici bare bianche sono ancora nella mente e negli occhi di chi c’era e di chi vide il funerale alla televisione. Da allora nulla fu più come prima per i genitori di quegli sfortunati ragazzi e per le 38 persone, tra alunni e insegnanti, che rimasero ferite. Una Messa sarà celebrata nel giorno della ricorrenza alle 19 in ricordo delle 11 vittime nella Chiesa della Rotonda, a Napoli, in quella strada fortemente voluta da Padre Salvatore Fratellanza, il parroco, e intitolata a quelli che da quel giorno tragico divennero per sempre gli “Undici Fiori del Melarancio”. Annalisa Di Girolamo, Eva De Cicco, Francesca Ielpo, Stefania Bianchi, Alfredo Lombardo, Alessandro Sturatti, Eduardo Aurino, Gianpaolo Cajati, Maurizio Autunno, Riccardo Pironti e Ruggiero Giancristofaro i nomi dei giovani che morirono nell’incidente. Le loro fotografie da allora sono affisse a una parete della Chiesa, a perenne ricordo, e nel giardino della parrocchia undici alberi di ulivo ogni anno vengono benedetti in loro onore. I corpi dei ragazzi riposano tutti assieme in una cappella del cimitero di Poggioreale.
32 anni fa la tragedia della galleria del “Melarancio”
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