Dal 2 al 19 novembre, al Teatro Ambra Jovinelli, Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere, diretti da Piero Maccarinelli, sono gli interpreti de Il padre di Florian Zeller.
La trama ci mostra Andrea, un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma che comincia a manifestare i primi segni di una malattia che potrebbe essere ricondotta al morbo di Alzheimer.
Anna, sua figlia, molto legata a lui, cerca soltanto il suo benessere e la sua sicurezza. L’inesorabile avanzata della malattia, però, la porta alla decisione di proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei reputa questa come la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Le cose, però, non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, pieno di risorse, che non è affatto deciso a rinunciare alla propria indipendenza.
La sua degenerazione provoca la pena dei familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere con abilità tale situazione che viene trattata con leggerezza e con amara e pungente ironia.
Ogni cosa a poco a poco va trascolorando: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.
La forza della pièce sta nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone. Con grande abilità l’autore ci porta a rivivere con empatia le contraddizioni in cui il protagonista incappa. Andrea, perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, ci coinvolge con grande emozione in tale percorso dai tratti poetici ma pieno di affanno e di pena.
Carlo Marino
A. Haber e Lucrezia Lante della Rovere ne Il Padre di Zeller
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