Andrea Gironda presenta a Monterotondo il libro
Sabato 14 alle 18 presso la libreria Mondadori di Monterotondo, il professor Andrea Gironda presenta il libro Anche i pidocchi vanno in paradiso” che vede protagonisti i bambini e le loro innocenti domande durante l’ora di religione.
“Anche i pidocchi vanno in Paradiso” è un testo allegro e allo stesso tempo profondo nato dall’incontro del maestro Andrea Gironda con i suoi alunni della scuola elementare. È un libro sponteno come del resto sono spontanei i bambini, capaci di formulare domande in grado di far riflettere e sorridere. Dov’ero prima di nascere? Perché siamo nati? Perché Dio non ha una moglie? Perché tante Madonne per un figlio solo? Dio era in parte un po’ vanitoso perché ha inventato la bellezza? Perché Dio ha sprecato i suoi miracoli per creare Vincenzo? Il papa ce l’ha un gatto? Possiamo “masticare” l’ostia? Perché ci si innamora? Anche i pidocchi sono creature di Dio?
Domande sulla vita, sull’amore, su Dio, sugli animali al quale il maestro Andrea Gironda prova a rispondere con concretezza offrendo nel testo sia una risposta diretta ai bambini, sia una riflessione pedagogica e teologica sui contenuti dei quesiti. Dalle domande nasce un dialogo tra il maestro che insegna diventando lui stesso allievo, imparando attraverso l’occhio spensierato e innocente dei bambini. Il libro non è una catechesi quanto piuttosto un’ampia riflessione su tematiche imporanti. Le domande dei bambini sono, in fondo, le domande dei grandi. È un libro che ci aiuta a dialogare con i piccoli i quali vanno ascoltati e presi sul serio.
La prefazione è curata da Susanna Tamaro la quale scrive: «Quando, a sette anni, iniziai le lezioni di catechismo, ero felice, sicura che in quella stanza avrei finalmente trovato le risposte che cercavo, che tutta la mia ricerca di senso avrebbe trovato un approdo. Ma anche lì le mie domande creavano imbarazzo, venivo invitata a imparare le preghiere a memoria e a non dare fastidio agli altri. Eppure io sentivo da sempre che sopra, intorno e dentro di me abitava un mistero. Un mistero al quale volevo soltanto riuscire a dare un nome. Se io a scuola avessi avuto un insegnante di religione come Andrea Gironda, forse molte delle mie inquietudini notturne avrebbero trovato una sponda. Mi sarei sentita meno sola, meno trasparente.