Quello che emerge dall’inchiesta Coker, coordinata Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza è uno “sperimentato e consolidato sistema di malaffare” esistente all’interno del Comune di Melfi. “Appalti pilotati per favorire le imprese amiche o segnalate da politici del posto”.
La squadra mobile del capoluogo lucano ha eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare (di cui una in carcere) disposte dal gip del tribunale di Potenza. Tra gli arrestati anche il sindaco di Melfi, Livio Valvano (in quota Psi), ai domiciliari, e un funzionario del Comune federiciano, Bernardino d’Amelio, architetto, responsabile dell’Area “Infrastrutture e Mobilità” finito in carcere. Per un’altra persona è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Melfi. Ai domiciliari anche due imprenditori, Antonmio ed Emilio Gerardo Caprarella, il progettista Gerardo Caccavo. Per un’altra persona è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Melfi. Gli indagati sono in tutto 19.
Le indagini- come hanno spiegato in conferenza stampa il procuratore capo di Potenza, Luigi Gay, e il sostituto Basentini- svolte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno consentito di acquisire “una lunga e concreta serie di elementi oggettivi in ordine ad ipotesi di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, induzione indebita a dare o promettere beni ed utilità ed intestazione fittizia di beni ed altre utilità”. Quello che è venuto alla luce- secondo gli inquirenti- sarebbe un ben “sperimentato e consolidato sistema di malaffare” esistente all’interno del Comune di Melfi, grazie alle agevolazioni e alle interferenze create dal gruppo familiare Caprarella ed ai rapporti con il funzionario comunale, già responsabile dell’Utc del Comune di Melfi, che ha generato l’adozione di bandi ad hoc ed illeciti affidamenti diretti, o ancora l’approvazione di perizie di “varianti” per lavori pubblici in corso d’opera in favore di imprese appartenenti o riconducibili alla famiglia degli imprenditori. Quest’ultima aggiudicataria di appalti con ribassi davvero anomali e ragguardevoli (addirittura di circa il 40% dell’importo indicato). Come ad esempio gli appalti per i 36 alloggi e della scuola Nitti aggiudicati con ribassi che hanno insospettito gli investigatori.
Grazie alle intercettazioni- hanno spiegato gli inquirenti- è stato soprattutto accertato il grado di interferenza e di intromissione degli imprenditori all’interno dell’amministrazione comunale di Melfi ed in particolar modo la capacità di “condizionare” a proprio vantaggio le scelte e le procedure pubbliche per l’affidamento di lavori pubblici, a cominciare proprio dalla approvazione e dall’affidamento dei lavori scaturenti dalla perizia di variante sui “36 alloggi” di edilizia popolare” nella zona Bicocca di Melfi.
Il funzionario comunale, quale responsabile dell’Area “Infrastrutture e Mobilità” del Comune di Melfi e di direttore dei lavori – , i due Caprarella – titolari e gestori di fatto del Consorzio Eragon e della impresa esecutrice dei lavori Caprarella Emilio srl –, il sindaco Valvano – eludendo il rispetto di una procedura concorrenziale, avrebbero concordato il contenuto della perizia di variante sui lavori principali ed il valore dei medesimi, lasciando che a predisporre tutti gli atti tecnici ed economici fosse il progettista (effettivo) dei lavori nonché consulente e collaboratore dei Caprarella – accordandosi anche sulle singole voci di spesa e su come “giustificarsi” con la Giunta municipale per ottenerne l’approvazione. Il sindaco, in particolare- hanno spiegato i magistrati- si dichiarava favorevole alla concessione della “variante” ai lavori solo nel caso in cui l’impresa dei Caprarella avesse provveduto all’installazione di almeno due ascensori all’interno delle prime due palazzine da consegnare; mentre l’architetto D’Amelio, arrivava addirittura a proporre di “non mettere un muro di sostegno”, da fare eseguire (in seguito) magari con un 4 ordine di servizio a parte, e ciò allo scopo di recuperare gli importi di denaro da destinare all’acquisto degli ascensori richiesti dal sindaco. Con la delibera del 13.8.2013, la Giunta municipale del Comune di Melfi (composta anche dall’attuale Sindaco) approvava la suddetta perizia di variante per un importo di 341.541,96 euro, pari al 19,97 % dell’importo derivante dal ribasso d’asta (del 37,138 %).
Altra procedura oggetto di indagine è stata quella indetta sempre dal Comune di Melfi con delibera n. 34 del 25.10.2011 per l’appalto dei lavori relativi “alla messa in sicurezza e alla prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi, anche non strutturali, nella scuola elementare “Nitti” sita in Piazza IV Novembre nel Comune di Melfi (Pz)” per un importo complessivo di 190.000,00 euro. Anche in questo caso,- hanno spiegato gli inquirenti- il funzionario comunale, eludendo il rispetto di una regolare procedura concorrenziale con determina del 24.11.2011 aveva affidato l’esecuzione di detti lavori all’impresa “Nitti Società Consortile a r.l.”, per l’importo di 79.569,77 euro, al netto del ribasso del 38,60%. Proprio in vista degli ulteriori lavori di “adeguamento e messa in sicurezza” e di “completamento” della scuola Nitti, uno dei fratelli Caprarella – titolare di fatto della società consortile “Nitti Società consortile a r.l.” aggiudicataria ed esecutrice dei lavori originari sarebbe stato indotto dal sindaco Valvano e dal funzionario comunale ad assumere alle dipendenze della citata società un’operaia “non qualificata”. Ed effettivamente su richiesta degli stessi la società consortile aveva assunto nel periodo compreso tra il 22.05.2013 ed il 14.06.2013 una donna di fatto impiegata all’interno dell’istituto scolastico pubblico per le attività di pulizie.
“Il reiterato e distorto impiego delle rispettive funzioni pubbliche al solo fine di soddisfare i propri illeciti interessi- hanno specificato i due magistrati- anche e soprattutto quando gli stessi coincidevano con quelli degli imprenditori “amici”, dimostra come il sindaco ed il funzionario abbiano posto in essere una gestione del tutto deviata dei pubblici poteri”.