Arcinazzo Romano (Lazio) 09 febbraio 2015

ARCINAZZO: Campagna elettorale . Primi fuochi di artificio.

ARCINAZZO: Campagna elettorale infuocata. Primi fuochi di artificio.
Si comincia dalla ristrutturazione della chiesa della S.Croce.-

La chiesa della S.Croce di Arcinazzo ha una tradizione storica che affonda le proprie radici nel lontano 1780. La costruzione di questo piccolo ma importante luogo di culto è più tardo di tutte le altre chiese del paese e risale al XVIII secolo, precisamente al 1784. Osservando la pianta, essa è formata da tre cappelle, con l’altare posto in quella centrale. Dodici pilastri sostengono la volta che si stacca da essi attraverso un cornicione finemente lavorato. Nella cappella sulla destra troviamo la copia del quadro di Santa Rita da Cascia del pittore ponzese (all’epoca Arcinazzo si chiamava Ponza) Tito Troya,(1847-1916) il cui originale si trova nel Santuario di Cascia. La Chiesa della Croce fu edificata con il generoso contributo dei fedeli della comunità di Ponza (futura Ponza d’Arcinazzo e infine Arcinazzo Romano) e del vicino Regno di Napoli. La storia della chiesa si lega ad un padre cappuccino Nicola Molinari (1707 – 1792) Intorno al 1780 iniziarono i lavori di costruzione della chiesa, dove fù posta la croce. I fedeli erano talmente devoti che ne staccavano i pezzi di legno. Infatti successivamente fu ricoperta di lamiera, per evitarne il deterioramento. Da più di qualche anno, sia il tetto che parte della facciata sono consumati, né il Comune né la Diocesi hanno avuto presenza di spirito nella osservazione del deterioramento delle preziose mura. Verso fine novembre avevamo pubblicato le lamentele che da diversi mesi, alcuni cittadini molto attenti ci avevano segnalato, soprattutto pubblicando le foto della facciata laterale deteriorata che da su Via Roma. Il sindaco, forse risvegliatosi dall’imminente campagna elettorale che è già in atto, ha in fretta e furia fatto predisporre un capitolato per la ristrutturazione del tetto deliberato in giunta di ben €. 112.000,00. Forse sovrastimando il reale intervento che dovrebbe porre fine alle vetuste condizioni dell’edificio religioso. Invece, da fonti bene accreditate, la stima dell’intervento della diocesi, dovrebbe aggirarsi intorno ai 35.000 euro. Attualmente non sappiamo di chi è la reale competenza e se c’entrano anche i Beni Culturali, o il Ministero dell’Interno, ma ci è sembrato normale approfondire notizie che il Comune dovrebbe avere a disposizione. La reale competenza di tecnici ed intervento dovrebbe essere a carico della Chiesa, tramite la diocesi. Il Comune, per legge dovrebbe contribuire per il 20% del totale, che a conti fatti dovrebbe essere di 7 mila euro e non di 112 mila come ha previsto la delibera di giunta, nella quale non sono citate le normative di intervento per strutture ecclesiastiche. Indignati molti cittadini hanno commentato: “Come mai il sindaco e giunta hanno sovrastimato questo intervento, sapendo – si presume – che non è di competenza del Comune intervenire se non con una minima contribuzione?”. Non sono bastate le esose cifre che hanno prodotto cattedrali nel deserto, come il parcheggio multipiano, che ha cambiato i connotati alla scuola del paese e ha privato i giovani di poter giocare nel campetto? Tanto da indurli a produrre scritte “ci avete tolto il campetto ci troverete nelle strade” E la futura Caserma dei Carabinieri che dovrebbe pesare nelle tasche dei contribuenti, proiettando a carico degli stessi un mutuo 30ennale? C’è anche chi se la prende con gli uffici comunali, segretaria comunale compresa, che dovrebbe esprimere parere contrario ad una delibera del genere, se non altro per ribadire leggi, competenze ed entità economiche, minimali e non così esose a carico del Comune. La campagna elettorale, in vista delle elezioni di fine maggio è appena iniziata. Sembra anche con episodi strani. Alcuni cittadini che si stanno impegnando per portare avanti un nuovo progetto per il paese ci hanno segnalato che: “il sindaco in questione, sta pressando e contattando persone che stanno creando una lista a lui alternativa, promettendo a quest’ultimi posti di lavoro. C’entra qualcosa con il voto di scambio? – sostengono alcuni di loro – Forse l’anticorruzione di Cantone potrebbe risponderci e magari anche il nuovo presidente della Repubblica”. La competizione per le elezioni di maggio è appena iniziata e probabilmente tutti questi episodi, delibere e promesse, potrebbero investire il nostro Parlamento sovrano, che ricordiamo, oltre ad avere potere legislativo ha anche il potere di controllo sulla Pubblica Amministrazione.

Giorgio De Santis