ARCINAZZO: Esposto in Procura e al Prefetto dei Consiglieri di opposizione, Luca Marocchi – capogruppo – e Antonio De Santis.
Il Comune di Arcinazzo, sindaco e uffici “perdono il pelo ma non il vizio del rispetto delle regole”, commentano alcuni cittadini.
I Consiglieri di opposizione della lista SIAmo Arcinazzo, dopo aver presentato una richiesta di accesso agli atti amministravi, riguardante l’opera pubblica S.Giovanni Bosco, dove è stata accertata la presenza di traversine cancerogene al creosoto, non ha ancora ottenuto gli atti richiesti. La richiesta è stata presentata il 26 settembre scorso, – sono passati ben 70 giorni – nonostante la legge e le norme prevedono al massimo 30 giorni per avere gli atti.
A questo punto i Consiglieri Luca Marocchi – capogruppo – e Antonio De Santis, membri della minoranza hanno avanzato un esposto alla Procura della Repubblica di Tivoli e al Prefetto Dott.ssa Paola Basilone, facendo riferimento all’art. 328 del codice penale che, in questo caso contempla il rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Non solo, l’atteggiamento della Pubblica Amministrazione, in questo caso il Comune di Arcinazzo, è indubbiamente incomprensibile, poiché in tutto questo tempo non solo non ha risposto al rilascio dei documenti richiesti, ma non ha fornito nemmeno le ragioni sul diniego degli atti. Ecco cosa dice il “Quotidiano della Pubblica Amministrazione” in merito alla vicenda, riferendosi alla sentenza della Cassazione citata dai membri di minoranza:
“La Corte di Cassazione, Sezione VI, sentenza n. 42610/2015 (udienza 6.10.2015 – Pres. Agrò Antonio) ha affermato la pacifica linea interpretativa che ha ormai da qualche tempo stabilito il principio secondo cui, in tema di delitto di omissione di atti d’ufficio, il formarsi del silenzio-rifiuto alla scadenza del termine di trenta giorni dalla richiesta del privato costituisce un inadempimento integrante la condotta omissiva richiesta per la configurazione della fattispecie incriminatrice.
La fattispecie di cui all’art. 328, comma 2, c.p.* incrimina non tanto l’omissione dell’atto richiesto, quanto la mancata indicazione delle ragioni del ritardo entro i trenta giorni dall’istanza di chi vi abbia interesse.”
Alla fine i due Consiglieri di SIAmo Arcinazzo, poiché non è la prima volta che il Sindaco e gli Uffici del Comune continuano nel non rispettare le regole, non mettendo i consiglieri di opposizione nella condizione di esercitare a pieno l’esercizio del proprio mandato, terminano chiedendo al Prefetto e alla Procura della Repubblica di verificare le presunte (chiare) irregolarità e le conseguenze da adottare nei confronti dei responsabili. Un altro motivo importante è da ricercarsi verso “ l’inerzia del funzionario, la quale finisce per rendere poco trasparente l’attività amministrativa”, continua il parere del Quotidiano della Pubblica Amministrazione, nel commento della Sentenza della Cassazione.
La materia della presenza del creosoto nel Parco S.Giovanni Bosco, frequentato per anni da bambini e adulti continua a fare molto rumore, nella quiete dello stupendo paesaggio degli Altipiani di Arcinazzo. Diversi cittadini hanno commentato: “Com’è potuto accadere che, amministratori che si ritengono amanti del Paese, hanno permesso l’installazione di materiale cancerogeno in un posto pubblico come il Parco, è ancora più grave l’atteggiamento di non fornire gli atti, questo denota non solo una scarsa trasparenza, ma nasconde probabilmente altri oscuri interessi”.
Forse queste potrebbero essere le ragioni che ritardano o stanno tardando l’ esibizione degli atti di questa buia vicenda.
Ricordiamo che oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica presentata dall’attuale opposizione per mezzo dei Consiglieri Marocchi e De Santis si è aggiunta un’Interrogazione Parlamentare di Filiberto Zaratti Sel-SI, e un’interrogazione al Consiglio Regionale di Giancarlo Quadrana della lista Zingaretti.
In questo periodo il parco è chiuso e sigillato, dopo che il Comune aveva istruito una perizia.
Le domande dei cittadini più attenti al problema sono:
E’ possibile che su un problema che ha investito i tre poteri dello Stato, Parlamento – con l’Interrogazione di Zaratti -, il Governo – al quale l’interrogazione era rivolta – e sulla quale il ministro Galletti non ha ancora risposto, la Magistratura alla quale è stato rivolto l’esposto, non sia stato ancora risolto nulla? I cittadini attendono risposte precise.
Giorgio De Santis
http://www.ilquotidianodellapa.it/_contents/news/2015/ottobre/1445713792040.html