Arcinazzo Romano (Lazio) 21 maggio 2018

ARCINAZZO Romano: Scandalosa gestione del servizio rifiuti.

ARCINAZZO Romano: Scandalosa gestione del servizio rifiuti.
Il Comune addebita ai propri contribuenti le spese di un gruppo dei cittadini del Comune limitrofo di Piglio.

Nell’ultimo Consiglio Comunale del 28 marzo 2018, durante un acceso dibattito sull’argomento della gestione dei rifiuti e quindi della determinazione delle tariffe Ta.ri., il Consigliere di opposizione Antonio De Santis chiedeva se il Comune di Arcinazzo si fosse fatto carico di raccogliere i rifiuti di utenze appartenenti al confinante Comune di Piglio nell’area via delle Pioppelle.

Il rappresentante della Cooperativa XXI settembre che gestisce la raccolta dei rifiuti, presente nella seduta del Consiglio, sindaco e vice-sindaco hanno confermato il fatto. Questi rifiuti sistematicamente venivano e vengono posizionati nel territorio di Arcinazzo poichè confinanti con il territorio del Piglio.
Dall’accesa discussione è emerso l’impegno del vicesindaco a risolvere il problema. Diversi anni fa, sempre in Consiglio Comunale vi furono dichiarazioni analoghe, ma alle presunte “buone intenzioni” (di cui è lastricato l’inferno, diceva una professoressa di liceo) non è seguito nessun atto concreto.
Qualche giorno fa invece, diversi camion della Coop. XXI° Settembre hanno caricato rifiuti dallo stesso luogo degli Altipiani (area via delle Pioppelle) e li hanno trasportati sino all’Isola Ecologica di Arcinazzo.

«Come – hanno esordito alcuni cittadini – “Il vice-sindaco non se ne stava occupando?”. Altre domande del Consigliere dell’opposizione hanno riguardato l’applicazione delle tariffe comminate ai non residenti, i quali non hanno avuto nessuno sconto sul servizio. Il senso dello sconto deriverebbe dal fatto che, negli appositi cassonetti, i non residenti depositano pochi rifiuti per meno di sei mesi l’anno.

Il Comune di Arcinazzo in questo modo ha disatteso e disapplicato il principio sancito da Leggi e Sentenze, sia italiane che Europee che afferma “chi inquina paga”. Il Comune avrebbe dovuto applicare correttamente la TARI, istituita nel 2014, seguendo questo principio. La determinazione di questa tariffa prevede che vi sia:

una quota parte fissa, calcolata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio;
una parte variabile rapportata alle quantità di rifiuti conferiti.

Quindi se un non residente conferisce per pochi mesi l’anno pochi rifiuti, non dovrebbe pagare – come è successo fin’ ora – la stessa quota del contribuente residente che conferisce rifiuti tutto l’anno. Sarebbe opportuno che, per applicare correttamente la legge, ai non residenti venisse applicata una riduzione del 50%, come giustamente deliberato dal Comune di Roma.

Ritornando ai rifiuti conferiti da parte degli utenti del Piglio ad Arcinazzo, i cittadini si sono poste molte domande.

DOMANDE E DUBBI:

Perché il Comune di Arcinazzo eroga questi “favori” ai cittadini del Piglio che confinano con il territorio di Arcinazzo e di conseguenza agli amministratori del Piglio? Questa storia non avrebbe nulla o poco di trascendentale o anomalo se non fosse che dura ormai da più di dieci anni.
Lo scandalo è che gli amministratori dei rispettivi Comuni sapevano e sanno di questo gioco che è a tutto discapito dei contribuenti di Arcinazzo.

La reazione dei cittadini di Arcinazzo:

Perché i sindaci e le loro Giunte ad Arcinazzo non hanno colmato questa evidente vessazione ed illegittimità?
E’ giusto che i cittadini (non residenti) paghino il doppio rispetto a quello che inquinano?
Perché se i sindaci di Piglio e Arcinazzo, che si sono succeduti dal 2008 in poi sapevano di questi fatti, non hanno fatto nulla? Perchè hanno lasciato lo stato delle cose inalterate, facendo promesse mai mantenute?
Che cosa spinge gli amministratori del Comune di Arcinazzo a favorire i furbetti di via delle Pioppelle e vie limitrofe penalizzando i propri contribuenti (sia residenti che non)?
Cosa nasconde questo atteggiamento?

Queste tonnellate di rifiuti (nei dieci anni) quanto hanno inciso sui costi della determinazione prima della Tarsu e successivamente della Tari?
I contribuenti (residenti e non residenti di Arcinazzo) quanto hanno pagato in più di non dovuto?
Inoltre, ci sono altre situazioni di favoritismo?

La società Vectigal, chiamata per un anno dal Comune 2011 ad occuparsi dell’evasione contributiva, c’entra qualcosa con tutta la vicenda, calcoli compresi?
Dopo sette anni non sarà finita questa evasione contributiva? E i soldi dell’evasione contributiva sono serviti per abbassare le tariffe?

Quante illegalità sono state commesse in questi dieci anni?. La storia merita/meriterebbe di essere posta all’ attenzione della Corte dei Conti.
Alcuni cittadini dichiarano che sarebbe opportuno rifare i conti per tutti questi anni e inviare tutto alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, alla Guardia Forestale per ottenere le giuste quote spettanti dai contribuenti di Arcinazzo

PER CONCLUDERE:

Nella relazione della Commissione parlamentare (composta da Senatori e Deputati) di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati di Roma Capitale e fenomeni illeciti nel territorio del Lazio, c’è scritto che il Comune di Arcinazzo conferisce i rifiuti di indifferenziata nella Unione dei Comuni Valle del Giovenzano, e che i rifiuti della indifferenziata, compresi quelli dei Comuni di Affile, Jenne, Rocca di Cave, Roiate e Sant’Angelo Romano, conferiscono il rifiuto “tal quale”. Complessivamente hanno dato un quantitativo dal 1° gennaio 2017 al 4 agosto 2017 di 31.745,06 tonnellate.

I dati di conferimento sono puntualmente monitorati dalla Città Metropolitana di Roma la quale li richiede a seguito della D.D. n. 1824 del 5 maggio 2017”.
In questa quota sono comprese anche le tonnellate di rifiuti provenienti dagli utenti del Piglio confinanti nel territorio degli Altipiani di Arcinazzo?

Altre domande e approfondimenti nei prossimi articoli.
Ai cittadini le conclusioni e le conseguenti probabili azioni di risarcimento.

G.De Santis