ARCINAZZO ROMANO: Un racconto del gruppo speleo.
SPELEO ARCINAZZO ROMANO
Il perche’ di questo titolo l’acqua degli imperatori : come è noto tutti i popoli e i loro goveranti sceglievano di costruire per i loro bisogni nelle vicinanze o di un fiume o sorgenti. Oltre a queste motivazioni, i potenti costruivano per la bellezza fontane piscine e per organizzarsi il tempo libero con le visioni di decorazioni e ville.
Nelle nostre esplorazioni analizziamo anche queste problematiche nel territorio che andremo a descrivere. Poco lontano sorge la villa imperiale dell’imperatore Traiano.
Camminando nella zona notiamo un torrente in secca , seguiamo il tragitto e ci porta davanti una piccola parete di sassi.
La curiosita’ e’ tanta, come si e’ potuto creare il letto del torrente? se non vi sono flussi d’acqua. Cosi decidiamo di attendere la pioggia.
Passato un periodo e dopo abbondanti pioggie torniamo sul territorio- La meraviglia è tanta, dalla paretina esce un flusso d’acqua enorme da mettere paura, oltretutto si attivano altre due risorgenze. Vicino una di queste, renveniamo resti di grandi anfore.
A questo punto si decide di incominciare a togliere sassi dalla paretina, mentre andiamo avanti comincia a delinearsi la conformazione della cavita’
Solo la tenacia degli esploratori scende per circa dodici metri di scavo e soltanto in periodi asciutti perche la cavita’ si allaga con diversi metri cubi d’acqua.
Il bello comincia adesso.: arrivati alla base si nota un cunicolo pieno di terra e sassi, si ricomincia a scavare. Dopo qualche uscita riusciamo ad entrare in una saletta (la sala delle zinne – seni – per come sono conformate) nella speranza di trovare passaggi piu’ confortanti. Niente, stesso film altro tunnel da disostruire.si riparte, troppo testardi per lasciare. Uscite di lavoro durissime ma passiamo ( e non voglio dire come) tunnel R.M.N..
Finalmente la cavita’ si apre sembra di essere in un vicolo antico di paese, il soffitto levigato con forma di volta con stalattiti eccentriche.
Andando verso l’alto si supera una paretina di un paio di metri si arriva in una stanza ampia ed alta con concrezioni, all’estremita parte un tunnel in salita con stalattiti e stalagmiti .
Andando verso il basso si percorre il vicolo e si arriva sù un salto di cinque metri in forte pendenza, qui si nota la potenza dell’acqua, pareti pulite e levigate .
Arrivati alla base siamo rimasti colpiti, sabbia, montagne di sabbia e vai si ricomincia altro tunnel sempre alla ricerca del bacino interno, ci vorra’ tempo ma ce la faremo.
G.D.S.