Ogni giorno – tra decolli e atterraggi – ci sono 34 movimenti. La Provincia paga ad Abd 415 mila euro al mese…
BOLZANO. «Ogni giorno vengono effettuati in media 34 decolli e atterraggi (si tratta soprattutto di piccoli aerei o di attività ricreative, ndr) : ogni volo ci costa 500 euro». Il consigliere provinciale Andreas Pöder (Bürger Union für Südtirol) s’indigna davanti alle cifre sui costi dell’aeroporto contenute nella risposta dell’assessore Florian Mussner ad una sua interrogazione. Al referendum di giugno del 2016 gli altoatesini hanno detto no al finanziamento pubblico della struttura. Ma, come per altro si sapeva, la Provincia ha una convenzione con l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) che le impone di mantenere l’operatività dello scalo.
Quest’obbligo costa parecchio alla Provincia e quindi ai contribuenti altoatesini. Nella risposta all’interrogazione, Mussner parla di 415 mila euro al mese che vengono spesi da Abd, la società che cura la gestione dello scalo ed è al 100 per cento della Provincia che ci mette i fondi ovviamente. A questi se ne aggiungono altri 90 mila sempre al mese, pagati direttamente dalla Provincia per garantire il servizio anti-incendio.
«Sono cifre enormi – commenta Pöder – : parliamo di circa 6 milioni all’anno che sono a carico dei contribuenti».
Le critiche dell’esponente della destra sudtirolese sono molto simili a quelle mosse dai Verdi solo poche settimane fa. Ma Mussner, come per altro il presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, risponde così: «Sapevano benissimo che non saremmo potuti uscire da Abd dall’oggi al domani. E che tenere aperto lo scalo, in attesa dell’arrivo di un altro gestore, avrebbe comportato dei costi».
Pöder però non ci sta: «La verità è che tutto sta andando a rilento perché, nonostante il risultato inequivocabile del referendum, la Provincia non ha nessuna intenzione di uscire da Abd. Del resto la Svp, quando vuole qualcosa, sa benissimo come muoversi a Roma. Il fatto che ci sia in essere una convenzione con l’Enac altro non è che una scusa. Sono convinto che se davvero lo volessero, troverebbero il modo per chiuderla già domani mattina. E invece non succede nulla».
Motivo di una scelta tanto costosa per le casse pubbliche e quindi i cittadini? «Semplice – spiega il consigliere dell’Union – a mio avviso si perde volutamente tempo, si tira la vicenda volutamente per le lunghe con un obiettivo ben preciso: arrivare al 2018 e rimettere in discussione il risultato referendario». Intanto dovrebbeessere pubblicato a breve il bando per la scelta dell’advisor (persona o società che fornirà una consulenza) che sarà chiamato a valutare economicamente la partecipazione in Abd (ipotizzati dai 30 ai 50 milioni) in vista dell’annunciata dismissione delle quote da parte dell’ente pubblico.
Fonte: altoadige.gelocal.it/