Brembio (Lombardia) 16 agosto 2015

Brembio, un paese in vendita che non trova compratori

Ritorno ancora sulla lettera inviata da Mauro Battocchi al quotidiano Il Cittadino di Lodi, sulla questione dell’accoglienza di un privato in un proprio complesso residenziale a Brembio, messa in atto con un accordo diretto tra proprietà e prefettura per dare risposta immediata all’emergenza migranti, cui anche il Lodigiano è chiamato a fare la sua parte. (Per meglio comprendere vedi anche il mio articolo “Dimissioni del sindaco questione di coerenza e di dignità”, sempre su Youreporter.it). L’attenzione sarà qui incentrata sulla prima parte della lettera quando si chiede al prefetto se “ha valutato cosa produce a livello simbolico assegnare case nuove sfitte ed invendute all’accoglienza dei profughi”. Secondo Battocchi “significa premiare la cementificazione fatta senza domanda reale di abitazioni (avallata dal comune) e condizionare il mercato immobiliare”. Dare, dunque, un’occhiata alla situazione reale, descrivendola, sarà fare un’utile opera di informazione, particolarmente per la cittadinanza di Brembio, per farsi un quadro sufficientemente preciso della questione.
Brembio attualmente ha una popolazione (all’1 gennaio 2015) di 2.690 abitanti, con una densità sul territorio, che ha una superficie di 17,08 kmq, pari a 157,46 abitanti per kmq. Gli stranieri residenti nel comune (alla stessa data) sono 337, pari al 12,5% della popolazione: sono albanesi (18,4%), romeni (16,3%), del Togo (12,2%), marocchini (11,3%), e in misura minore egiziani, indiani, del Camerun e di diverse altre nazionalità. Ancora un dato su cui riflettere: 477 sono gli abitanti compresi nella fascia d’età tra 0 e 19 anni; 616 quelli con età compresa tra i 20 e i 39 anni; 835 gli abitanti d’età compresa tra i 40 e 59 anni; 762 gli over sessanta. Aggregando, gli under 40 sono 1093, gli over 40 1597. Ancora un dato relativo all’andamento demografico: con qualche oscillazione verso il basso, la popolazione di Brembio è pressoché stabile dal 2009, anno della presentazione del Piano di governo del territorio (PGT) comunale, approvato definitivamente nei primi mesi del 2010.
Il Piano di governo del territorio, nei comparti di riqualificazione urbana (CRU) e nelle aree di trasformazione (AT) prevede la costruzione di 312 nuovi alloggi (pari ad altrettanti nuclei familiari, corrispondenti a 795 nuovi abitanti, considerando in 2,55 il numero medio dei componenti per famiglia), ed un consumo di superficie fondiaria pari a 48.431 mq.
Già questi dati sono illuminanti circa la cattiva politica urbanista in quanto il paese non è in grado di offrire né servizi né lavoro ai nuovi insediati. Il PGT non contempla proprio alcun insediamento produttivo che giustifichi un’eventuale immigrazione dall’esterno. Il PGT non appare progettare altro se non un dormitorio per pendolari. Ma non basta, il Piano nei numeri non contempla ovviamente gli insediamenti già previsti da piani di lottizzazione o recupero in atto, siano essi con lotti invenduti, oppure fermi per problemi giudiziari o in via di completamento o ancora non ancora cantierati: quello di via Arcobaleno, quello di via Saint Christo, quello del convento, quello della cascina Castello, quello di via Dalla Chiesa, quello della cascina Eustacca (bene architettonico censito dalla Regione, abbattuta, ma del quale è stato tolto pure il cartello che pubblicizzava il nuovo complesso), quello di Via Verdi. Una follia edilizia giustificata a livello amministrativo, non si può capire altrimenti, solo ed esclusivamente da miraggi di pronta cassa derivanti da oneri di urbanizzazione e tasse comunali sugli immobili. E tutto questo con un numero imponente di case disabitate, anche di nuova costruzione, in vendita attraverso agenzie immobiliari o direttamente da privati, o messe all’incanto in aste giudiziarie quasi sempre deserte, o per sconforto addirittura neppure messe in qualche modo sul mercato dai prorpietari. E non sono solo le case in vendita o vuote, ma anche locali per esercizi commerciali: la principale via Gramsci “deserta” ne è la più evidente testimonianza. Un paese in vendita che non trova compratori. Questa è Brembio.
E come se non bastasse nell’ultimo consiglio comunale, con una mozione sottoscritta e votata all’unanimità dalla maggioranza e dalle due minoranze si è dato il via ad una pratica che inserisce, in deroga al PGT approvato e con superamento di limiti posti dalla legge regionale, una “nuova” area di trasformazione (AT4) tra le aree edificabili: un’area già prevista nella bozza del Piano, successivamente tolta, in quanto bocciata dall’ARPA, nella stesura portata all’approvazione del Consiglio comunale e definitivamente cassata in sede di approvazione definitiva.
Nella immagine la mappa delle aree di trasformazione e dei comparti di riqualificazione urbana previsti dal Piano di governo del territorio approvato dal comune.